La bella Deauville tra spiagge, lusso e cavalli

Deauville è la destinazione preferita delle star a nord di Parigi. Non solo per le boutique dei più importanti stilisti del mondo, gli hotel e i ristoranti di lusso, ma anche per le sue spiagge, il festival del Cinema americano e le corse ippiche che richiamano vip, nobili e milionari.

La spiaggia di Deauville

La Promenade des Planches, che costeggia la grande spiaggia di sabbia fine, è punteggiata di cabine con i nomi delle maggiori star americane.

Il Festival del Cinema Americano di Deauville

L’Hotel de Normandie

L’Ippodromo di Deauville

Quella qui sopra non è una foto d’epoca: l’ho scattata qualche tempo fa, quando i miei amici Fabrice e Aurélie, assidui frequentatori dei concorsi ippici, mi hanno portata ad esplorare quello che potrei definire “un mondo a parte”.

Mi ha colpito subito il mix di persone altolocate e gente comune. A Deauville vedi signore con abiti firmati e scarpe da 800 euro accanto a ragazzi e ragazze in jeans e cappellino, o tranquille coppie di pensionati.

Trascorrere una giornata a Deauville durante un concorso è molto divertente e stancante. Bisogna passare continuamente dalla zona in cui vengono mostrati i cavalli in gara a quella riservata al pubblico che assiste alle corse. E non sono vicinissime.

Andare a Deauville con i miei amici è un vero spasso. Venendo da quel mondo, conoscono tutti i nomi dei cavalli e dei loro proprietari. E in quanto habitué, mi hanno fatto entrare con loro nella zona vip, dove servivano tartine al caviale, macarons e champagne.

Ma la cosa più bella è stato il mio battesimo come scommettitrice.
Tra i cavalli in gara ce n’era anche uno chiamato Prince. Il “genietto di Minneapolis” è il mio artista preferito, quindi non potevo non scommettere su di lui. Purtroppo è arrivato secondo. Anche se per un attimo ho pensato di aver vinto: i giudici hanno dovuto stabilire il vincitore con il toto-finish, facendomi restare per un attimo col fiato sospeso.

A Deauville il mare, il lusso, la cultura e i cavalli sono un tutt’uno.

Alla prossima!

La magia di Mont Saint-Michel

Uno dei siti più visitati della Francia

Mont Saint-Michel è una delle destinazioni preferite della Francia. Lo spettacolo di questa collina che con l’alta marea si trasforma in isola è davvero qualcosa di unico e richiama ogni anno milioni di persone da tutto il mondo.

Mont Saint-Michel racchiude in sé 1.300 anni di storia e colpisce per l’atmosfera sospesa e quasi surreale che regna intorno all’abbazia. Un capolavoro dell’architettura che unisce stile romanico, carolingio e gotico, e sul quale svetta la statua di San Michele.


Se vuoi saperne di più sulla storia che lega questo santo a Mont Saint-Michel, leggi anche questo post.

Quando arrivi a Mont Saint-Michel, un tempo abitato da due tribù celtiche e divenuto mèta di pellegrinaggio cristiano, si è sopraffatti da stupore e da un’estrema calma. Come se l’immenso cielo che sfiora le acque, quasi sospese, agisse da analgesico dell’anima.

Un po’ di storia

In questo angolo di Francia situato sul golfo di Saint Malo nella Manica, dopo i celti sbarcarono i romani. Nel IV secolo fece la sua comparsa il Cristianesimo e Mont Saint-Michel divenne la sede di un monastero, che durante la Guerra dei Cent’anni verrà assediato dagli inglesi.
Nel Cinquecento il monastero si trasformò in una prigione.
Nel Seicento passò ai benedettini che vi fondarono una scuola.
Con la Rivoluzione Francese i monaci furono cacciati e tornò ad essere una prigione, poi chiusa nel 1863.
Mille anni dopo la sua fondazione, nel 1969, tornarono i benedettini, sostituiti nel 2001 dalle Fraternite monastiche di Gerusalemme.

Attualmente nell’Abbazia vivono cinque monaci e cinque monache, che accolgono i pellegrini e i visitatori durante le messe e i vespri.
Insomma, una storia lunga e molto affascinante!

La luce e il silenzio

A Mont Saint-Michel la luce cambia continuamente: si diverte a giocare e a trasformarsi, in una perfezione assoluta. Non serve parlare. Anzi, meglio il silenzio per godere appieno di questa esperienza.
Il mio consiglio è questo: mentre camminate, osservate e respirate profondamente.
Lo spirito di questo luogo magico entrerà in voi e non vi abbandonerà più.

Oltre al silenzio e alla pace meditativa, a Mont Saint-Michel trovi anche molto confusione. Le viuzze del villaggio medievale che si sviluppano intorno all’abbazia generalmente brulicano di turisti che affollano i ristoranti e i negozi di souvenir. È quasi impossibile evitare l’acquisto di un santino o di una tovaglietta griffata.

Per evitare la folla di turisti, meglio essere lì prima delle 10 del mattino e dopo le 18: il villaggio è praticamente vuoto e svela il suo volto mistico e misterioso. Insomma, qui il sacro e il profano, il rumore e il silenzio, il terreno e il divino, sono elementi che si mescolano da secoli. A questo si aggiungono il profumo di salsedine, il fascino delle maree e una vista unica al mondo.

Una cosa è certa: visitare Mont Saint-Michel una sola volta non basta. E così mi sono ripromessa di tornarci molto presto!

Alla prossima!

La Chiesa parlante di Menil-Gondouin

Eglise vivante et parlante de Menil-Gondouin

La prima volta che ci sono passata davanti, ho pensato che un gruppo di scatenati graffitari avesse deciso di sfogare la propria creatività su questa piccola chiesa in mezzo alla campagna normanna. Mi sbagliavo di grosso….

La storia della cosiddetta “Chiesa vivente e parlante di Menil-Gondouin” è davvero unica. L’autore di questa “follia” fu Padre Victor Paysant, un sacerdote atipico, amico dei poveri e instancabile pellegrino. E’ il 1873 quando Padre Victor viene nominato parroco di una chiesetta non ancora completata, Saint-Vigor. Si rimbocca le maniche, finisce i lavori e decide di pensare lui stesso all’arredamento e alla decorazione, sia esterna che interna. Con un preciso obiettivo: spiegare la religione cattolica attraverso le immagini. Il risultato è sorprendente.

Antesignano della street-art, Padre Victor tra il 1873 e il 1921 ricopre i pavimenti, i soffitti e le pareti di scritte latine, scene religiose, iscrizioni di diversi colori e dimensioni, citazioni dipinte o incise.

Ma l’abate-costruttore-artista va oltre: accumula negli anni diverse statue, tavole, simboli… il risultato è un originalissimo “museo cristiano” in mezzo alla campagna normanna.

L’audace parroco non si accontenta: oltre a raccogliere fondi per la manutenzione della chiesa, la pubblicizza facendo realizzare almeno 200 cartoline postali, nelle quali appare anche lui! Lungimiranza e grande abilità di marketing, visto che quelle cartoline serviranno poi a restaurare la chiesa e farla rinascere.

E sì perché alla sua morte, nel 1921, il nuovo parroco, obbedendo alle autorità ecclesiastiche, fa cancellare tutte le scritte e i dipinti, ricoprendoli con la calce.

Questo patrimonio rurale religioso resterà nascosto fino al 2004. Quando Guy Béchet, sindaco di questo piccolo comune di 180 anime, intraprende un viaggio a piedi a Roma per raccogliere fondi per il restauro delle decorazioni originali.

Grazie ai ricordi di un abitante centenario, con l’aiuto delle vecchie cartoline ritrovate e il sostegno dell’Associazione “Les Amis du Houlme”, la chiesa di Menil-Gondouin è quindi tornata ad essere esattamente come l’aveva voluta il parroco ribelle.

Spero che questa storia vi sia piaciuta. Alla prossima!

Innamorata pazza di Rouen

Madame Bovary è uno dei motivi per cui mi sono sempre sentita attratta da Rouen, città natale di Gustave Flaubert. Capoluogo della Normandia e tra le più importanti città d’arte della Francia, è stata per molto tempo nei miei pensieri.

La scorsa estate ho finalmente realizzato il mio sogno.

Rue du Gros Horloge
Il Gros Horloge

Arte, storia, letteratura e filosofia: Rouen racchiude tutto questo e molto altro.

Partiamo dalla Cattedrale di Notre Dame, un capolavoro dell’architettura gotica. La sua costruzione durò dal 1030 al 1506. Ha tre torri: la tour Lanterne, la tour Saint-Romain e la tour de Beurre. Quest’ultima, la più recente (XV secolo) è la mia preferita per il suo colore, dovuto al materiale con cui fu realizzata, una pietra gialla. Pare che a finanziarla siano stati i ricchi normanni che si sentivano in colpa perché non rispettavano il divieto di mangiare burro durante la quaresima. La torre, tra l’altro, è dotata di uno dei più grandi carillon di Francia, costituito da 50 campane.

La cattedrale conserva al suo interno la tomba di Riccardo Cuor di Leone. Che emozione scoprire che qui è sepolto il cuore del re d’Inghilterra morto nel 1199!

Riccardo Cuor di Leone

Questo gioiello architettonico era molto amato da Claude Monet, che alla sua facciata dedicò una serie di 28 dipinti. Tutti presi dallo stesso punto di vista, ma con condizioni di luce diverse.

Ma Rouen è anche legata a un altro personaggio, simbolo di forza e coraggio: Giovanna d’Arco. Quando mi sono trovata nella Place du Vieux Marché, dove il 30 maggio 1431 fu bruciata viva, mi sono venuti i brividi.

Eglise Sainte Jeanne d’Arc

Passeggiare per le strade di Rouen è molto rilassante e piacevole. A parte le chiese e i monumenti, pullula di piccoli ristoranti e bistrot, librerie, atelier e boutique.

Da non mancare assolutamente il Musée des Beaux Arts. Quando l’ho visitato era in corso una mostra su Braque: una gioia per gli occhi.

Ma Rouen è anche la città di Simone de Beauvoir. L’autrice di uno dei miei libri preferiti, “Il secondo sesso“, dal 1932 al 1936 visse nella Ville Musée, dove insegnava filosofia al Liceo Jeanne-d’Arc.

Ma fenêtre est ouverte ; sur le ciel gris perle se découpent la massive silhouette de la tour Saint-Romain et la flèche de la cathédrale ; il me semble être transportée brusquement en plein Moyen Âge, tant la vie est silencieuse dans cette ville hérissée d’églises gothiques

Ovviamente mi sono messa sulle tracce della casa dove abitò la filosofa, in Rue du Petit Mouton.

La casa di Simone de Beauvoir in Rue du Petit Mouton

Alla prossima!

Un week end a Giverny

L’Impressionismo. Monet. La natura. Quanto è bella Giverny!

Erano diversi anni che volevo visitare la casa di Monet e il suo famoso giardino. Ma la realtà ha superato le aspettative.

Approfittando della presenza di mia figlia, sbarcata in Normandia la prima settimana di agosto, ho prenotato un b&b e con la mia bagnole abbiamo raggiunto la cittadina che ogni anno attira mezzo milioni di visitatori. Appena arrivate siamo andate alla ricerca del b&b e abbiamo avuto la prima piacevole sorpresa: ci siamo trovate di fronte a una piccola casa con giardino del XVIII secolo, situata nella zona medievale. A gestirla, una coppia davvero simpatica, lui scrittore e lei pittrice, che ogni mattina ci facevano trovare fuori dal cancello una baguette e i croissant appena sfornati.

Dopo aver rapidamente disfatto i bagagli ed esserci rinfrescate, siamo corse in centro per prenotare i biglietti per la casa di Monet, il più noto e gettonato sito di Giverny. Ma la biglietteria aveva appena chiuso. Così abbiamo deciso di fare un giretto per la via principale, rue Claude Monet: atelier, bistrot, giardini curatissimi, piccoli ristoranti. Passeggiando siamo giunte alla tomba del grande artista che qui visse per ben 43 anni.

Il giorno dopo di buon’ora siamo tornate alla biglietteria. C’era già la fila! Entrare nel mondo di Monet è qualcosa di impagabile. Gli arredi, i colori, i fiori, i quadri, i pavimenti, gli oggetti, l’atmosfera …. sembra che Monet sia ancora lì, seduto a tavola con la famiglia o con il pennello in mano nel suo atelier.

La cucina di Monet

Il bello di Giverny è che oltre alla possibilità di godere della bellezza dei luoghi in cui visse Monet ti regala momenti di relax immersi nella natura. Prima di lasciarla abbiamo fatto una lunga passeggiata in campagna fino alle rive della Senna, dove ci siamo godute un piacevolissimo picnic con vista fiume.

Insomma, a Giverny abbiamo lasciato un pezzetto di cuore.

Alla prossima!