A volte bisogna perdersi per sorprendersi. Ieri sono andata a fare la spesa in un grande supermercato a 20 minuti da casa. Ero rimasta senza latte, senza pane, senza verdure … insomma, una tragedia. Tornando in macchina ho visto una stradina laterale e non ce l’ho fatta: ho fatto una deviazione. Programmare le giornate è importante, ma a volte dovremmo essere un po’ più elastici. E se per qualche motivo sei attirato da qualcosa, da qualcuno, da una situazione imprevista, non devi mai tirarti indietro.
Mai perdere l’attimo.
E così ho svoltato a destra e dopo qualche centinaio di metri mi sono trovata di fronte a questo paesaggio immerso nella luce, addobbato da alberi e nuvole e cieli infiniti.
A un certo punto la strada asfaltata si è tramutata in un piccolo sentiero in terra battuta. Che faccio, proseguo o torno indietro? Non avevo la minima idea di dove stessi andando, avevo paura di rovinare la macchina tra i rovi e i sassi che sentivo sotto le gomme. La macchina ondeggiava pericolosamente. Rallento, per evitare spiacevoli sorprese.
Ma decido di andare avanti.
Supero un paio di fattorie, c’era un furgone abbandonato, un trattore e un paio di vecchie macchine parcheggiate. Di esseri umani neanche l’ombra. E poi …
Arrivo qui, in questo cul de sac sperduto nel nulla. Mi ritrovo davanti due vecchie case in pietra abbandonate, chissà da quanto… Erano su un poggio e dominavano un immenso campo arato da poco. Fermo la macchina, scendo e scatto qualche foto con il cellulare.
Non sapevo bene dove mi trovassi, ma ero felice di essermi persa. Un silenzio rarefatto interrotto solo dal canto di qualche uccellino, il sole che appariva e scompariva tra le nuvole e un senso di pace infinita.
Per qualche minuto sono rimasta così, senza parole e con la mente totalmente sgombra da ogni pensiero. Semplicemente immersa in quell’attimo di assurda bellezza.
Poi sono tornata alla realtà. Sono risalita in macchina e con la spesa nel sedile posteriore sono lentamente tornata indietro, facendo inversione a U su quella stradina di campagna che sembrava non aspettare altri che me.
Sulla via del ritorno mi sono accorta di sorridere, da sola. E mi sono ricordata di una frase di Albert Einstein:
Ci sono due modi di vivere la vita. Uno è pensare che niente sia un miracolo. L’altro è pensare che ogni cosa sia un miracolo.
I MIRACOLI SONO TUTTI INTORNO A NOI.
BASTA SAPERLI RICONOSCERE.
Alla prossima!