“Da bambino, amavo ciò che si vede; da adolescente, ciò che si sente; da uomo, non amo più nulla.” Gustave Flaubert
Ho appena finito di leggere “Memorie di un pazzo” di Gustave Flaubert, sono rimasta letteralmente folgorata. Flaubert quando lo scrisse aveva 17 anni !!!!
Flaubert scrisse “Memorie di un pazzo” un anno dopo aver incontrato Elise Schlesinger sulla spiaggia di Trouville-sur-Mer, durante le vacanze estive. Lui aveva 15 anni e se ne innamorò perdutamente, segretamente, e non la dimenticò più, pensò a lei fino alla fine dei suoi giorni.
Gustave Flaubert (Rouen, 1821-Croisset, 1880)
Nel romanzo Elise è Maria, una splendida donna dalla carnagione olivastra e i lunghi capelli ricci, sposata, che a sua totale insaputa provoca una vera e propria rivoluzione emotiva in Gustave, ragazzo sensibile, colto, che non capisce il mondo in cui vive e passa ore ad ascoltare il rumore della pioggia riflettendo sul senso della vita (in sostanza, un depresso).
E’ una folgorazione, una passione esplosiva che successivamente, quando lei smetterà di frequentare quella località balneare normanna (ispirata appunto a Trouville), si trasformerà in un sentimento molto più profondo, che lui identificherà con il vero amore, quello assoluto, incorruttibile, immortale.
Unico romanzo apertamente autobiografico di Flaubert, “Memorie di un pazzo” è la base di un capolavoro che arriverà 30 anni dopo : “L’Educazione sentimentale“. Confesso: l’ ho iniziato anni fa, ma poi l’ ho abbandonato. Ma lo riprenderò presto, giuro
Sulle spiagge della Normandia è facile incontrare molte coppie che amoreggiano, camminando mano nella mano e scambiandosi baci e sguardi d’intesa. Qualche giorno dopo aver scattato queste foto aTrouville mi è venuto in mente Gustave Flaubert, che proprio qui incontrò la donna che gli spezzò il cuore.
Fu proprio su questa spiaggia che nel 1836 il famoso scrittore vide per la prima volta Elise Foucault, suo grande amore e sua musa in “L’educazione sentimentale”.
Vi fu un silenzio. Si guardarono: i loro pensieri, confusi della medesima angoscia, sembravano stringersi in un abbraccio forte e palpitante.
Gustave Flaubert
Un amore irrealizzabile
Quando incontrò Elise, Gustave aveva solo 15 anni, dieci meno di lei. Lo immagino sulla spiaggia di Trouville, titubante, senza esperienza, profondamente colpito e turbato da quella donna elegante sposata con l’editore musicale Schlesinger. Ma che entrerà nella sua mente e nella sua vita per sempre.
“L’educazione sentimentale”, il romanzo più autobiografico dell’opera letteraria di Flaubert, è la storia dell’amore irrealizzabile tra un giovane borghese, ambizioso, ma debole, e una donna sposata.
Scrivere: gioia e tormento
Flaubert, normanno di Rouen, non era un uomo facile: introverso, pieno di sé, ciclotimico, collerico e senza tatto. Non si fidava di nessuno e in un certo senso odiava l’umanità, verso la quale provava disprezzo.
“Non c’è nulla di così umiliante come vedere gli idioti riuscire nelle imprese in cui noi siamo falliti.”
Gustave Flaubert
A parte l’amore tormentato per Elise e un processo per oscenità quando uscì “Madame Bovary”, la scrittura gli provocava una “gioia voluttuosa”, ma anche una profonda angoscia. Nonostante ciò, cinque dei suoi sei libri sono diventati dei classici della letteratura.
Il 2021 è l’anno del bicentenario della nascita di Gustave Flaubert e per celebrarlo arriva “Flaubert 21″, quasi 150 eventi artistici durante tutto l’anno in molte città della Normandia.
Ritratto di Gustave Flaubert di Eugene Giraud, 1856
Nato a Rouen nel 1821, Flaubert comincia a scrivere fin da giovanissimo, nella metà degli anni Trenta. Ama Shakespeare, Omero, Victor Hugo, Voltaire e Goethe. La sua vita cambia nel 1836 quando a 15 anni, di passaggio a Trouville, incontra la 26enne Elise Foucault Schlesinger. Scoppia un amore non corrisposto, che lo accompagnerà per tutta la vita. Questa liaison ispirerà molte delle sue opere, in particolare il personaggio di Madame Arnoux nell’Educazione Sentimentale. Lo sto leggendo da qualche settimana e mi sta conquistando.
Madame Bovary, romanzo rivoluzionario
“Secondo me, dal punto di vista narrativo, il libro più perfetto è Madame Bovary di Flaubert”
Giorgio De Chirico
Come dare torto a De Chirico: Madame Bovary è il libro perfetto. È un’opera che ha cambiato il modo di scrivere i romanzi. Flaubert ha avuto il merito di far entrare per la prima volta il lettore nella psicologia femminile. Lo fa attraverso Emma, assoluta protagonista di una storia tragica che affronta due temi tabù per l’epoca: l’adulterio femminile e il rifiuto di adattarsi alla vita coniugale. Una storia che fece scandalo, tanto che lo scrittore fu accusato di immoralità in un processo che si concluse con la sua assoluzione.
Quello che vedete qui sopra è il teaser di Flaubert 21. Il bambino chino sui ritratti del famoso romanziere sta ad indicare la sua capacità di influenzare e appassionare intere generazioni.
Il film di Claude Chabrol
Per immergersi nelle atmosfere flaubertiane vi consiglio di vedere Madame Bovary di Claude Chabrol con Isabelle Huppert. Non a caso sarà proprio lei, grazie al talento dimostrato in questo ruolo, la Presidente d’Onore delle celebrazioni Flaubert 21. Ecco il programma completo degli eventi previsti.
Isabelle Huppert in Madame Bovary di Claude Chabrol, 1991
Flaubert 21 studierà l’universo di Flaubert, che si ispirò alla Normandia per molte delle sue opere. Oltre alla sua città natale, Rouen (dove fu sepolto nel 1880), lo scrittore frequentò assiduamente Déville-lès-Rouen, Croisset, Etretat, Havre e Deauville.
“Ama l’arte. Fra tutte le menzogne è ancora la meno menzognera”
Il fiume è dentro di noi, il mare tutto intorno a noi.
T. S. Eliot
La Normandia, come tutta la Francia, è sotto lockdown. I miei amici sono stati costretti a richiudersi ancora una volta nelle loro case, a rinunciare ai pranzi della domenica, all’aperitivo, alle passeggiate nei boschi, ai tanti meravigliosi mercatini sparsi sul territorio. A viversi e a godersi la compagnia di amici e parenti, e alle tante bellezze di questa terra che è nel mio cuore. Possono allontanarsi da casa al massimo per un’ora e non oltre un chilometro.
La foto che vedete sopra l’ha scattata la mia amica Claudia una mattina di agosto di quattro anni fa. Il fiume che attraversa il “mio” villaggio è una presenza molto importante: ti saluta la mattina quando vai a comprare la baguette e i croissant, quando vai al lavoro, a scuola, o a fare una commissione. Ti fa compagnia ogni sera quando, rientrando a casa, il cielo diventa di un blu speciale, unico, brillante, vivido. Come se dietro qualcuno avesse acceso un enorme faro. Un blu punteggiato dal giallo dei lampioni che abitano la piazza principale e il ponte.
La prima volta che, camminando vicino al fiume, ho visto due bambini pescare, mi è sembrato di essere sul set di un vecchio film. Jules e Martin, figli di Fabrice e Aurélie, miei vicini di casa, fanno parte del piccolo esercito di assidui pescatori del villaggio. D’inverno, d’estate, al sole o sotto un cielo plumbeo, non importa. Restano lì per ore, in calzoncini o in tuta da ginnastica, aspettando con pazienza che il pesce abbocchi, per poi liberarlo dall’amo e ributtarlo in acqua (questa è la regola).
Un’altra immagine stampata nella mia mente è il passaggio di un calesse trainato da due cavalli sul ponte del villaggio…. Dov’è Madame Bovary?, mi chiesi quando lo vidi per la prima volta.
Nel suo romanzo-capolavoro, Gustave Flaubert la descrive così:
“Secondo lei, taluni luoghi sulla terra possedevano la peculiarità di produrre la felicità, quasi essa fosse stata una pianta alla quale è necessario un particolare terreno, una pianta che cresce male in qualunque altro luogo.”
Beh, da questo punto di vista posso serenamente dire
Madame Bovary c’est moi!
E voi, a quale personaggio letterario vi sentite più vicini?
Grazie per avermi dedicato qualche minuto e alla prossima!
Ognuno ha, più o meno, il suo D Day. Il mio è il 17 febbraio 2015. Quel giorno ho preso una decisione importante, forse un po’ folle: acquistare una casa in Normandia.
UN SALTO NEL VUOTO
Quella mattina di febbraio la mia città, Roma, stava vivendo una delle giornate più fredde dell’anno. Niente in confronto a quello che avrei trovato poche ore dopo. Appena sbarcata all’aeroporto di Beauvais affittai una macchina, direzione NORMANDIA. Un luogo a me totalmente sconosciuto, eppure proprio lì stavo per comprare una casa. Una follia… C’ero stata la prima volta tre mesi prima, durante un week end dedicato alla ricerca del mio “buen retiro“. Sì, conoscevo e amavo la lingua, così come la cultura, la letteratura e la musica francesi, ma bastava questo a decidere addirittura di comprare una casa? Non conoscevo nessuno, non sapevo nulla della fredda e umida patria di Flaubert e Guglielmo il Conquistatore, culla dell’Impressionismo, teatro dello sbarco che cambiò le sorti del mondo occidentale e delle più grandi maree dell’Europa continentale. Eppure, qualcosa mi diceva che quella era la mia destinazione.
COUP DE COEUR
Durante il tour immobiliare Stéphanie, mia interlocutrice (e ormai mia amica del cuore) mi aveva portata a vedere una dozzina di case. Tra queste ce n’era una che avevo adocchiato tempo addietro su Internet, una casetta sul fiume in un villaggio di mille anime immerso nella cosiddetta Svizzera Normanna. Finito il week end rientrai a Roma. Ma la mia ricerca non era finita. A dicembre decisi di esplorare anche la Bretagna. Giunta a Nantes (città meravigliosa) in aereo, affittai una macchina e per una settimana setacciai l’anima celtica della Francia alla ricerca della mia futura tana. Fui sedotta da un piccolo pied-à-terre nel centro della regione. Feci anche una proposta, che venne accettata. Ma per la piccola casa sul fiume normanno avevo avuto un vero e proprio coup de coeur. Tornata a Roma, richiamai l’agenzia immobiliare per sapere se fosse ancora sul mercato. Stéphanie mi disse che doveva chiedere ai proprietari, una coppia della Cornovaglia. Mi richiamò mentre stavo entrando nella mia classe di yoga. Pioveva. Sììììì!!!!! Era ancora in vendita! La pioggia mi aveva portato fortuna. Qualche giorno dopo feci la mia proposta agli inglesi, che rilanciarono. Tenni duro. Passai i due giorni successivi incollata al pc incrociando le dita. Alla fine, la risposta: AVEVANO ACCETTATO!
Stéphanie durante il nostro tour immobiliare
MA COSA STO FACENDO?
Torniamo a quel fatidico giorno di sei anni fa. Una volta al volante, mi resi subito conto di ciò che mi aspettava: un’odissea. La strada era ghiacciata, non si vedeva a un metro di distanza e il vento forte creava problemi alle automobili e ai camion bloccati in lunghe file. Che ansia! Ma chi me l’ha fatto fare… come m’è venuto in mente di comprare una casa qui…. Ci manca solo che faccio un incidente, pensai. Fui così costretta a tornare indietro: rientrai a Beauvais e presi un bus per Parigi. Una volta arrivata nella Ville Lumière cercai di capire come raggiungere la Normandia in modo sicuro e senza stress. Il treno era la soluzione migliore. Aiutandomi con il cellulare e le informazioni chieste qua e là, scoprii che dovevo prendere un treno da gare Montparnasse, linea Paris-Granville. Due ore e mezzo di immersione nella campagna. Ancora non sapevo che quel viaggio lo avrei fatto molte altre volte.
LA NORMANDIA TE LA DEVI GUADAGNARE
Arrivai all’appuntamento con Stéphanie con quattro ore di ritardo. Ero stanca, infreddolita. Continuavo a dirmi che forse era tutta una follia. “La Normandia è bellissima ma non è per tutti, bisogna guadagnarsela”, mi disse. Me ne ero accorta!!!! Cenammo insieme in un ristorante-grill con patatine fritte e hamburger (di carne bovina normanna, sia chiaro!). Poi mi accompagnò al b&b che avevo prenotato da Roma, dove sprofondai in un sonno profondo. La mattina dopo avrei firmato il compromesso. Avrei fatto, in piccolo, come Simone de Beauvoir, che da Parigi si trasferì a Rouen per insegnare in un liceo. O Marguerite Duras, che scelse Trouville per scrivere i suoi romanzi.
La colazione nel b&b di Shirley con marmellate homemadeLa vista dalla camera da letto
Il mio punto di riferimento
Da quel 17 febbraio 2015 nella mia vita sono successe molte cose, positive e negative. Ma quel paesello sperduto del nord della Francia trovato per puro caso sul web è diventato il mio punto di riferimento. Sarà per la bellezza semplice e luminosa che quei luoghi ogni volta sanno regalarmi, per l’immenso patrimonio storico e artistico che custodisce, o per le persone meravigliose che ho incontrato.
E voi ci siete mai stati? Se volete scoprire questa regione e il punto di vista di una romana dall’animo normanno, non vi resta che seguire il blog.