Dai merletti di Alençon al Carnevale di Granville: le sette meraviglie normanne riconosciute dall’Unesco (3° parte)

In questo terzo ed ultimo post dedicato ai sette gioielli normanni “premiati” dall’Unesco per la loro unicità, vi parlerò delle spiagge dello sbarco e del porto di Le Havre.

LE SPIAGGE DELLO SBARCO DEL D-DAY

Le spiagge dello sbarco del D-Day rappresentano un messaggio universale di pace e libertà.
Inserite nella lista del Patrimonio Mondiale dal 2018, conservano le tracce e i ricordi dell’Operazione Overlord. Preparata a lungo da 17 nazioni alleate e lanciata il 6 giugno 1944 sulle coste della Normandia, portò alla liberazione dell’Europa occidentale e alla fine della Seconda Guerra Mondiale. La più grande operazione anfibia e aerea di tutti i tempi.

In quel famoso 6 giugno del ’44, gli Alleati contavano su un esercito di quasi tre milioni di uomini: 1.700.000 americani, e il resto inglesi, francesi, canadesi, norvegesi, belgi, polacchi e cecoslovacchi. Per lo sbarco fu scelta una zona di circa 100 km tra Le Havre e Cherbourg, divisa in cinque spiagge contrassegnate con nomi in codice:

LE HAVRE

Strettamente legata allo sbarco in Normandia è Le Havre, iscritta nella lista dell’Unesco dal 2005. Il centro di Le Havre fu pesantemente bombardato durante la Seconda Guerra Mondiale. Fu ricostruito grazie a un piano messo a punto dal “poeta del cemento armato”, Auguste Perret, il più grande architetto del XX secolo. Un visionario che disegnò i principali edifici pubblici della città.

A Perret – mentore di Le Corbusier – si deve un’architettura capace di far risaltare la luce. Una luce unica che ispirò a Claude Monet l’Impression Soleil Levant, dipinto a Le Havre nel 1872, che diede il nome al movimento impressionista.

Città universitaria e portuale, è situata sulla riva destra dell’estuario della Senna ed è molto importante dal punto di vista economico grazie al suo porto affacciato sulla Manica.

Tra le città ricostruite dopo la guerra, Le Havre è eccezionale per la sua unità, omogeneità e modernità architettonica.

Il notevole patrimonio della città è stato realizzato negli anni da grandi architetti: Bellarmato, Thibault, Lamandé, Perret, Niemeyer, Reichen & Robert, per non parlare di Jean Nouvel.

L’Hôtel de Ville è la struttura monumentale più importante: lunga 143 metri, ha al centro una torre di 18 piani alta 70 metri.

L’Hotel de Ville di Le Havre

Da non mancare il Museo d’arte moderna André Malraux – MuMa Le Havre, che contiene una delle più importanti collezioni di opere dell’Impressionismo dopo il museo d’Orsay di Parigi.

Straordinari anche i giardini pensili, che si estendono per 17 ettari e regalano una splendida vista sulla baia della Senna e sul porto.

Ma il pezzo forte di LH è la chiesa di Saint-Joseph. Capolavoro di Perret, che morì prima della fine dei lavori (iniziati nel 1951 e terminati  nel 1957/58), è una cattedrale di cemento con 12.000 vetrate che veglia sulla città. La sua torre di 107 metri – concepita come una lanterna – è visibile dal porto.

L’interno della Cattedrale di Saint Joseph a Le Havre

Con questa meraviglia si chiude la serie di post sui sette gioielli normanni inseriti nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco. Spero che li abbiate trovati interessanti e di ispirazione per i vostri prossimi viaggi, sperando di poter tornare presto alla normalità.

Intanto, ancora Buon Anno e … alla prossima!

Il mio D-Day

Ognuno ha, più o meno, il suo D Day. Il mio è il 17 febbraio 2015. Quel giorno ho preso una decisione importante, forse un po’ folle: acquistare una casa in Normandia.

UN SALTO NEL VUOTO

Quella mattina di febbraio la mia città, Roma, stava vivendo una delle giornate più fredde dell’anno. Niente in confronto a quello che avrei trovato poche ore dopo. Appena sbarcata all’aeroporto di Beauvais affittai una macchina, direzione NORMANDIA. Un luogo a me totalmente sconosciuto, eppure proprio lì stavo per comprare una casa. Una follia… C’ero stata la prima volta tre mesi prima, durante un week end dedicato alla ricerca del mio “buen retiro“. Sì, conoscevo e amavo la lingua, così come la cultura, la letteratura e la musica francesi, ma bastava questo a decidere addirittura di comprare una casa? Non conoscevo nessuno, non sapevo nulla della fredda e umida patria di Flaubert e Guglielmo il Conquistatore, culla dell’Impressionismo, teatro dello sbarco che cambiò le sorti del mondo occidentale e delle più grandi maree dell’Europa continentale. Eppure, qualcosa mi diceva che quella era la mia destinazione.

COUP DE COEUR

Durante il tour immobiliare Stéphanie, mia interlocutrice (e ormai mia amica del cuore) mi aveva portata a vedere una dozzina di case. Tra queste ce n’era una che avevo adocchiato tempo addietro su Internet, una casetta sul fiume in un villaggio di mille anime immerso nella cosiddetta Svizzera Normanna.
Finito il week end rientrai a Roma. Ma la mia ricerca non era finita. A dicembre decisi di esplorare anche la Bretagna. Giunta a Nantes (città meravigliosa) in aereo, affittai una macchina e per una settimana setacciai l’anima celtica della Francia alla ricerca della mia futura tana. Fui sedotta da un piccolo pied-à-terre nel centro della regione. Feci anche una proposta, che venne accettata. Ma per la piccola casa sul fiume normanno avevo avuto un vero e proprio coup de coeur.
Tornata a Roma, richiamai l’agenzia immobiliare per sapere se fosse ancora sul mercato. Stéphanie mi disse che doveva chiedere ai proprietari, una coppia della Cornovaglia. Mi richiamò mentre stavo entrando nella mia classe di yoga. Pioveva. Sììììì!!!!! Era ancora in vendita! La pioggia mi aveva portato fortuna. Qualche giorno dopo feci la mia proposta agli inglesi, che rilanciarono. Tenni duro. Passai i due giorni successivi incollata al pc incrociando le dita. Alla fine, la risposta: AVEVANO ACCETTATO!

Stéphanie durante il nostro tour immobiliare

MA COSA STO FACENDO?

Torniamo a quel fatidico giorno di sei anni fa. Una volta al volante, mi resi subito conto di ciò che mi aspettava: un’odissea. La strada era ghiacciata, non si vedeva a un metro di distanza e il vento forte creava problemi alle automobili e ai camion bloccati in lunghe file. Che ansia! Ma chi me l’ha fatto fare… come m’è venuto in mente di comprare una casa qui…. Ci manca solo che faccio un incidente, pensai. Fui così costretta a tornare indietro: rientrai a Beauvais e presi un bus per Parigi. Una volta arrivata nella Ville Lumière cercai di capire come raggiungere la Normandia in modo sicuro e senza stress. Il treno era la soluzione migliore. Aiutandomi con il cellulare e le informazioni chieste qua e là, scoprii che dovevo prendere un treno da gare Montparnasse, linea Paris-Granville. Due ore e mezzo di immersione nella campagna.
Ancora non sapevo che quel viaggio lo avrei fatto molte altre volte.

LA NORMANDIA TE LA DEVI GUADAGNARE

Arrivai all’appuntamento con Stéphanie con quattro ore di ritardo. Ero stanca, infreddolita. Continuavo a dirmi che forse era tutta una follia. “La Normandia è bellissima ma non è per tutti, bisogna guadagnarsela”, mi disse. Me ne ero accorta!!!! Cenammo insieme in un ristorante-grill con patatine fritte e hamburger (di carne bovina normanna, sia chiaro!). Poi mi accompagnò al b&b che avevo prenotato da Roma, dove sprofondai in un sonno profondo. La mattina dopo avrei firmato il compromesso. Avrei fatto, in piccolo, come Simone de Beauvoir, che da Parigi si trasferì a Rouen per insegnare in un liceo. O Marguerite Duras, che scelse Trouville per scrivere i suoi romanzi.

La colazione nel b&b di Shirley con marmellate homemade
La vista dalla camera da letto

Il mio punto di riferimento

Da quel 17 febbraio 2015 nella mia vita sono successe molte cose, positive e negative. Ma quel paesello sperduto del nord della Francia trovato per puro caso sul web è diventato il mio punto di riferimento. Sarà per la bellezza semplice e luminosa che quei luoghi ogni volta sanno regalarmi, per l’immenso patrimonio storico e artistico che custodisce, o per le persone meravigliose che ho incontrato.

E voi ci siete mai stati? Se volete scoprire questa regione e il punto di vista di una romana dall’animo normanno, non vi resta che seguire il blog.

Alla prossima!