Non è per niente facile. Vivere reclusi in casa da settimane. Non poter vedere nessuno. Non poter abbracciare nessuno, figli, genitori, fratelli, amici…
Quando dieci giorni fa i miei amici normanni mi hanno chiesto come stavo, e come andava in generale in Italia, mi sono resa conto che la Francia non aveva ancora idea di quanto grave fosse l’emergenza Covid.
Seguivo i loro account su Facebook e vedevo ancora foto di feste, riunioni in campagna, saggi musicali: insomma, nulla era cambiato.
Ho cercato di metterli in guardia. Ovviamente mi hanno ascoltato, chiedendomi suggerimenti e informazioni. Ma segnalandomi che chi, come loro, prendeva già qualche precauzione, veniva preso in giro.
Fino a quando il presidente Macron ha fatto l’annuncio che aspettavo da diverso tempo.
Ha fatto chiudere bar, caffè e ristoranti. E ha detto “siamo in guerra“.
In quel momento ho scoperto che i francesi non sono migliori degli italiani. Basta guardare gli assalti ai supermercati e la fuga da Parigi dopo l’annuncio del lockdown.
Abbiamo tanti difetti, ma quando c’è un’emergenza non ci batte nessuno.
Ovviamente queste osservazioni non significano che il mio amore assoluto per la Francia, e per la Normandia in particolare, sia diminuito. Mostrano solo che sto rivedendo il mio personale giudizio sul mio Paese, che critico sempre. Forse ho esagerato.
In Italia quasi tremila tra medici e infermieri hanno contratto il Coronavirus. Da settimane continuano ad assistere i malati h24 pur non avendo mascherine, guanti, dispositivi per proteggersi da questo maledettissimo virus.
Tutto il Paese si è mobilitato. È stato attraversato da un vento di solidarietà che in pochi giorni ha spazzato via polemiche stupide e inutili, divisioni e pregiudizi.
Resistiamo! Pensiamo alle tante persone che soffrono in ospedale, intubate, sotto ossigeno, sole.
Siamo vivendo uno dei momenti più bui della nostra storia. Sarà un disastro dal punto di vista sociale ed economico. Ma non mi pare ci sia in giro aria di arresa. Anzi. Si sta tutti combattendo contro il nemico, a volte anche a mani nude.
E da molti Paesi del mondo sono arrivati segnali di grande solidarietà e incoraggiamento. Guarda qui.
Grazie Italia, non sei poi così male! Anzi, sei un grande Paese (quando vuoi).