Un weekend a Rouen

Rouen è il capoluogo della Normandia e tra le più importanti città d’arte della Francia. Vale davvero la pena trascorrere un weekend nella città natale di Gustave Flaubert, che qui ambientò alcune scene del suo celebre romanzo Madame Bovary. Ecco alcuni suggerimenti utili per scoprire una città che ha ispirato importanti scrittori, letterati e artisti.

Le Gros-Horloge

Il Gros-Horloge è uno dei simboli di Rouen.  La costruzione è costituita da una grande arcata rinascimentale a cavallo della Rue du Gros-Horloge (la via più frequentata della città), sormontata da un orologio astronomico a due quadranti del XIV secolo. Il museo del Gros-Horloge ospita la cupola, le macchine, le campane e la bottega dell’orologiaio e durante la visita è possibile conoscere la storia di Rouen e ammirare un magnifico panorama sui tetti della città e sulla cattedrale di Notre Dame.

Rue du Gros Horloge
Il Gros Horloge

La cattedrale di Notre Dame

La Cattedrale di Notre Dame è uno dei capolavori dell’architettura gotica molto amato da Claude Monet, che alla sua facciata dedicò una serie di 28 dipinti, tutti presi dallo stesso punto di vista, ma con condizioni di luce diverse. La sua costruzione durò dal 1030 al 1506 e ha tre torri: la tour Lanterne, la tour Saint-Romain e la tour de Beurre. Quest’ultima, la più recente (XV secolo) è la mia preferita per il suo colore, dovuto al materiale con cui fu realizzata, una pietra gialla. Pare che a finanziarla siano stati i ricchi normanni che si sentivano in colpa perché non rispettavano il divieto di mangiare burro durante la quaresima. La torre, tra l’altro, è dotata di uno dei più grandi carillon di Francia, costituito da 50 campane.

La cattedrale conserva al suo interno la tomba di Riccardo Cuor di Leone. Che emozione scoprire che qui è sepolto il cuore del re d’Inghilterra!

Riccardo Cuor di Leone

Place du Vieux Marché

Una delle tappe immancabili di un week-end a Rouen è Place du Vieux Marché, dove Giovanna d’Arco fu bruciata viva il 30 maggio 1431, nel pieno della Guerra dei Cent’Anni. Oggi è una piazza vivace, piena di turisti, bar e ristoranti. Molto diversa da com’era all’epoca dell’esecuzione della pulzella d’Orléans.

La piazza, infatti, era più piccola ed era occupata dalla chiesa di Saint-Sauveur, dalla chiesa di Saint-Michel e da un grande mercato coperto. Era anche il luogo abituale delle esecuzioni. Sul luogo della pira fu eretta una grande croce. Al centro della piazza, i resti dell’antica chiesa di Saint-Sauveur sono stati sgombrati. È in questa modesta chiesa parrocchiale che fu battezzato Pierre Corneille, la sua casa natale, rue de la Pie, oggi trasformata in un museo situato nelle vicinanze.

Il luogo delle esecuzioni pubbliche con la gogna e il muro tagliafuoco per le pire è stato riesumato contemporaneamente alle fondamenta della chiesa di Saint-Sauveur durante gli scavi effettuati dal 1970 al 1976. Accanto al luogo della pira fu eretta una croce, come stabilito durante il processo di annullamento (detto di “riabilitazione”) nel 1456. Questa croce ha il valore di monumento nazionale in omaggio a Giovanna d’Arco.

Eglise Sainte Jeanne d’Arc

Il Musée des Beaux Arts

Da non mancare assolutamente il Musée des Beaux Arts, fondato nel 1801 da Napoleone Bonaparte ma in seguito totalmente ricostruito tra il 1880 e il 1888.  Situato in pieno centro, racchiude una delle collezioni pubbliche più importanti della Francia dopo Parigi, da Rubens a Modigliani, Perugino, Veronese, Velázquez, Delacroix, Corot, Degas, Monet e Caravaggio. Il museo ospita anche esposizioni temporanee: quando l’ho visitato era in corso una mostra su Braque: una gioia per gli occhi.

Simone de Beauvoir

Rouen è stata anche la città di Simone de Beauvoir, che insegnò filosofia al Liceo Jeanne-d’Arc dal 1932 al 1936. La filosofa, scrittrice, femminista e importante esponente dell’esistenzialismo visse in Rue du Petit Mouton: vale la pena farci un salto.

La casa di Simone de Beauvoir in Rue du Petit Mouton

Ma fenêtre est ouverte ; sur le ciel gris perle se découpent la massive silhouette de la tour Saint-Romain et la flèche de la cathédrale ; il me semble être transportée brusquement en plein Moyen Âge, tant la vie est silencieuse dans cette ville hérissée d’églises gothiques.

— Simone de Beauvoir

Andare a zonzo per Rouen

Passeggiare per le strade di Rouen è molto rilassante e piacevole. A parte le chiese e i monumenti, pullula di piccoli ristoranti e bistrot, librerie, atelier e boutiques.

Insomma, vale davvero la pena passare un weekend a Rouen!

Alla prossima!

Flaubert 21: la Normandia si mobilita


Il 2021 è l’anno del bicentenario della nascita di Gustave Flaubert e per celebrarlo arriva “Flaubert 21″, quasi 150 eventi artistici durante tutto l’anno in molte città della Normandia.

Ritratto di Gustave Flaubert di Eugene Giraud, 1856

Nato a Rouen nel 1821, Flaubert comincia a scrivere fin da giovanissimo, nella metà degli anni Trenta. Ama Shakespeare, Omero, Victor Hugo, Voltaire e Goethe.
La sua vita cambia nel 1836 quando a 15 anni, di passaggio a Trouville, incontra la 26enne Elise Foucault Schlesinger. Scoppia un amore non corrisposto, che lo accompagnerà per tutta la vita.
Questa liaison ispirerà molte delle sue opere, in particolare il personaggio di Madame Arnoux nell’Educazione Sentimentale. Lo sto leggendo da qualche settimana e mi sta conquistando.

Madame Bovary, romanzo rivoluzionario

“Secondo me, dal punto di vista narrativo, il libro più perfetto è Madame Bovary di Flaubert”

Giorgio De Chirico

Come dare torto a De Chirico: Madame Bovary è il libro perfetto. È un’opera che ha cambiato il modo di scrivere i romanzi. Flaubert ha avuto il merito di far entrare per la prima volta il lettore nella psicologia femminile. Lo fa attraverso Emma, assoluta protagonista di una storia tragica che affronta due temi tabù per l’epoca: l’adulterio femminile e il rifiuto di adattarsi alla vita coniugale.
Una storia che fece scandalo, tanto che lo scrittore fu accusato di immoralità in un processo che si concluse con la sua assoluzione.

Quello che vedete qui sopra è il teaser di Flaubert 21. Il bambino chino sui ritratti del famoso romanziere sta ad indicare la sua capacità di influenzare e appassionare intere generazioni.

Il film di Claude Chabrol

Per immergersi nelle atmosfere flaubertiane vi consiglio di vedere Madame Bovary di Claude Chabrol con Isabelle Huppert. Non a caso sarà proprio lei, grazie al talento dimostrato in questo ruolo, la Presidente d’Onore delle celebrazioni Flaubert 21. Ecco il programma completo degli eventi previsti.

Isabelle Huppert in Madame Bovary di Claude Chabrol, 1991

Flaubert 21 studierà l’universo di Flaubert, che si ispirò alla Normandia per molte delle sue opere. Oltre alla sua città natale, Rouen (dove fu sepolto nel 1880), lo scrittore frequentò assiduamente Déville-lès-Rouen, Croisset, Etretat, Havre e Deauville.

“Ama l’arte. Fra tutte le menzogne è ancora la meno menzognera”

Gustave Flaubert

Alla prossima!

Madame Bovary c’est moi!

Il fiume è dentro di noi, il mare tutto intorno a noi.

T. S. Eliot

La Normandia, come tutta la Francia, è sotto lockdown. I miei amici sono stati costretti a richiudersi ancora una volta nelle loro case, a rinunciare ai pranzi della domenica, all’aperitivo, alle passeggiate nei boschi, ai tanti meravigliosi mercatini sparsi sul territorio. A viversi e a godersi la compagnia di amici e parenti, e alle tante bellezze di questa terra che è nel mio cuore. Possono allontanarsi da casa al massimo per un’ora e non oltre un chilometro.

La foto che vedete sopra l’ha scattata la mia amica Claudia una mattina di agosto di quattro anni fa. Il fiume che attraversa il “mio” villaggio è una presenza molto importante: ti saluta la mattina quando vai a comprare la baguette e i croissant, quando vai al lavoro, a scuola, o a fare una commissione. Ti fa compagnia ogni sera quando, rientrando a casa, il cielo diventa di un blu speciale, unico, brillante, vivido. Come se dietro qualcuno avesse acceso un enorme faro. Un blu punteggiato dal giallo dei lampioni che abitano la piazza principale e il ponte.

La prima volta che, camminando vicino al fiume, ho visto due bambini pescare, mi è sembrato di essere sul set di un vecchio film. Jules e Martin, figli di Fabrice e Aurélie, miei vicini di casa, fanno parte del piccolo esercito di assidui pescatori del villaggio. D’inverno, d’estate, al sole o sotto un cielo plumbeo, non importa. Restano lì per ore, in calzoncini o in tuta da ginnastica, aspettando con pazienza che il pesce abbocchi, per poi liberarlo dall’amo e ributtarlo in acqua (questa è la regola).

Un’altra immagine stampata nella mia mente è il passaggio di un calesse trainato da due cavalli sul ponte del villaggio…. Dov’è Madame Bovary?, mi chiesi quando lo vidi per la prima volta.

Nel suo romanzo-capolavoro, Gustave Flaubert la descrive così:

“Secondo lei, taluni luoghi sulla terra possedevano la peculiarità di produrre la felicità, quasi essa fosse stata una pianta alla quale è necessario un particolare terreno, una pianta che cresce male in qualunque altro luogo.”

Beh, da questo punto di vista posso serenamente dire

Madame Bovary c’est moi!

E voi, a quale personaggio letterario vi sentite più vicini?

Grazie per avermi dedicato qualche minuto e alla prossima!

Il mio D-Day

Ognuno ha, più o meno, il suo D Day. Il mio è il 17 febbraio 2015. Quel giorno ho preso una decisione importante, forse un po’ folle: acquistare una casa in Normandia.

UN SALTO NEL VUOTO

Quella mattina di febbraio la mia città, Roma, stava vivendo una delle giornate più fredde dell’anno. Niente in confronto a quello che avrei trovato poche ore dopo. Appena sbarcata all’aeroporto di Beauvais affittai una macchina, direzione NORMANDIA. Un luogo a me totalmente sconosciuto, eppure proprio lì stavo per comprare una casa. Una follia… C’ero stata la prima volta tre mesi prima, durante un week end dedicato alla ricerca del mio “buen retiro“. Sì, conoscevo e amavo la lingua, così come la cultura, la letteratura e la musica francesi, ma bastava questo a decidere addirittura di comprare una casa? Non conoscevo nessuno, non sapevo nulla della fredda e umida patria di Flaubert e Guglielmo il Conquistatore, culla dell’Impressionismo, teatro dello sbarco che cambiò le sorti del mondo occidentale e delle più grandi maree dell’Europa continentale. Eppure, qualcosa mi diceva che quella era la mia destinazione.

COUP DE COEUR

Durante il tour immobiliare Stéphanie, mia interlocutrice (e ormai mia amica del cuore) mi aveva portata a vedere una dozzina di case. Tra queste ce n’era una che avevo adocchiato tempo addietro su Internet, una casetta sul fiume in un villaggio di mille anime immerso nella cosiddetta Svizzera Normanna.
Finito il week end rientrai a Roma. Ma la mia ricerca non era finita. A dicembre decisi di esplorare anche la Bretagna. Giunta a Nantes (città meravigliosa) in aereo, affittai una macchina e per una settimana setacciai l’anima celtica della Francia alla ricerca della mia futura tana. Fui sedotta da un piccolo pied-à-terre nel centro della regione. Feci anche una proposta, che venne accettata. Ma per la piccola casa sul fiume normanno avevo avuto un vero e proprio coup de coeur.
Tornata a Roma, richiamai l’agenzia immobiliare per sapere se fosse ancora sul mercato. Stéphanie mi disse che doveva chiedere ai proprietari, una coppia della Cornovaglia. Mi richiamò mentre stavo entrando nella mia classe di yoga. Pioveva. Sììììì!!!!! Era ancora in vendita! La pioggia mi aveva portato fortuna. Qualche giorno dopo feci la mia proposta agli inglesi, che rilanciarono. Tenni duro. Passai i due giorni successivi incollata al pc incrociando le dita. Alla fine, la risposta: AVEVANO ACCETTATO!

Stéphanie durante il nostro tour immobiliare

MA COSA STO FACENDO?

Torniamo a quel fatidico giorno di sei anni fa. Una volta al volante, mi resi subito conto di ciò che mi aspettava: un’odissea. La strada era ghiacciata, non si vedeva a un metro di distanza e il vento forte creava problemi alle automobili e ai camion bloccati in lunghe file. Che ansia! Ma chi me l’ha fatto fare… come m’è venuto in mente di comprare una casa qui…. Ci manca solo che faccio un incidente, pensai. Fui così costretta a tornare indietro: rientrai a Beauvais e presi un bus per Parigi. Una volta arrivata nella Ville Lumière cercai di capire come raggiungere la Normandia in modo sicuro e senza stress. Il treno era la soluzione migliore. Aiutandomi con il cellulare e le informazioni chieste qua e là, scoprii che dovevo prendere un treno da gare Montparnasse, linea Paris-Granville. Due ore e mezzo di immersione nella campagna.
Ancora non sapevo che quel viaggio lo avrei fatto molte altre volte.

LA NORMANDIA TE LA DEVI GUADAGNARE

Arrivai all’appuntamento con Stéphanie con quattro ore di ritardo. Ero stanca, infreddolita. Continuavo a dirmi che forse era tutta una follia. “La Normandia è bellissima ma non è per tutti, bisogna guadagnarsela”, mi disse. Me ne ero accorta!!!! Cenammo insieme in un ristorante-grill con patatine fritte e hamburger (di carne bovina normanna, sia chiaro!). Poi mi accompagnò al b&b che avevo prenotato da Roma, dove sprofondai in un sonno profondo. La mattina dopo avrei firmato il compromesso. Avrei fatto, in piccolo, come Simone de Beauvoir, che da Parigi si trasferì a Rouen per insegnare in un liceo. O Marguerite Duras, che scelse Trouville per scrivere i suoi romanzi.

La colazione nel b&b di Shirley con marmellate homemade
La vista dalla camera da letto

Il mio punto di riferimento

Da quel 17 febbraio 2015 nella mia vita sono successe molte cose, positive e negative. Ma quel paesello sperduto del nord della Francia trovato per puro caso sul web è diventato il mio punto di riferimento. Sarà per la bellezza semplice e luminosa che quei luoghi ogni volta sanno regalarmi, per l’immenso patrimonio storico e artistico che custodisce, o per le persone meravigliose che ho incontrato.

E voi ci siete mai stati? Se volete scoprire questa regione e il punto di vista di una romana dall’animo normanno, non vi resta che seguire il blog.

Alla prossima!