Sulle tracce dei pirati
Prima di vedere Saint Malo non avevo idea che quello del pirata fosse un mestiere di tutto rispetto, con regole ben precise. Ma ne ho scoperto delle belle…
Nelle 48 ore passate nella cittadina bretone mi si è aperto un mondo, grazie soprattutto a René Dugyay-Trouin, uno dei più noti pirati francesi, alla Demeure du Corsaire e alla Maison du Quebec.
Rene’, il super pirata
Ho scoperto la statua di René Dugyay-Trouin passeggiando sulle mura di Saint-Malo, vicino al Quai Saint-Louis. Questo famoso pirata francese è un personaggio davvero unico: a soli 21 anni comanda un bastimento con 40 cannoni e nella sua carriera cattura oltre 300 navi mercantili e 16 navi da guerra. Luigi XV lo nominerà luogotenente generale delle armate navali.
La Demeure du Corsaire
Ma il vero regalo che Saint Malo mi ha fatto è stata La Demeure du Corsaire, una lussuosa residenza costruita nel 1725 da François Auguste Magon de la Lande, armatore e pirata del Re. Un monumento storico in pieno centro che ospita l’Hotel Magon, 59 camere arredate in stile XVIII secolo.
Le regole dei pirati
Un po’ di storia: durante il XVII secolo Saint-Malo si arricchisce notevolmente grazie alle ricchezze riportate dagli attacchi dei pirati del re alle navi inglesi, da Terranova e dalle Indie. Profitti che permettono agli armatori di costruire sontuosi palazzi e numerose malouinières, residenze di villeggiatura privilegiate degli armatori, ancora oggi apprezzati gioielli architettonici.
Una visita guidata della Demeure du Corsaire vale davvero la pena. Prima di tutto scopro che i capitani delle navi pirata erano giovanissimi, avevano sì e no 20 anni. Questo perché a quell’età erano più temerari e coraggiosi. Invece i “capitaines de commerce“, ovvero i rappresentanti degli armatori, responsabili delle navi, del carico e dei passeggeri (in poche parole, si occupavano delle scartoffie burocratiche) erano un po’ più maturi: 35 anni.
Mi sarei aspettata tutto tranne che i pirati avessero delle regole. Ne volete conoscere qualcuna? Innanzitutto, prima di salire sulla nave ogni pirata veniva puntualmente registrato: i clandestini non erano ammessi. Nelle famose casse che siamo abituati a vedere nei film non c’erano gioielli o denaro, ma i documenti di ogni passeggero e le carte di navigazione.
Nulla era lasciato al caso
Nulla era lasciato al caso. Il bottino proveniente dalle navi inglesi era rigorosamente diviso così: il 20% al Re, il 30% all’armatore e il 30% ai pirati.
Inoltre, quando la bandiera inglese cadeva, l’assalto era considerato finito. Chi continuava a combattere veniva impiccato, peggio per lui se non se ne accorgeva.
Ma chi controllava? Semplice: ogni nave aveva un inviato del re che registrava gli assalti e annotava l’ora precisa in cui la bandiera inglese cadeva. Se l’inviato moriva, tutto il guadagno andava al re, quindi l’intera ciurma gli faceva da “bodyguard”, nel comune interesse. Non è geniale?
Un assalto poteva durare anche due giorni, per evitare di rovinare la nave: il guadagno dipendeva dallo stato in cui veniva riportata. In caso di affondamento, nessun guadagno.
La Maison du Quebec
Saint Malo, terra di pirati e navigatori. Eh sì perché è proprio qui che nasce (e muore) Jacques Cartier, il Cristoforo Colombo francese (1491-1557).
Tutto parte nel 1534, quando il re di Francia Francesco I lo incarica di guidare due navi dirette in Labrador, per scoprire un passaggio a ovest che conduca in Asia e per colonizzare nuove terre. Il 20 aprile 1534 Cartier salpa da Saint Malo e in venti giorni raggiunge la costa orientale dell’isola di Terranova. Non c’è quindi da stupirsi del fatto che sui bastioni della città si trovi La Maison du Quebec. Istituita nel 1984 come simbolo di amicizia tra i due paesi, ogni estate apre le porte a turisti e visitatori offrendo attività culturali e artistiche.
E per finire, a zonzo per Saint Malo
Dopo questa total immersion nel mondo delle conquiste e delle scoperte di nuovi mondi, esco dall’ Intra-Muros e mi dirigo verso la plage des Bas Sablons, per approfittare del sole ancora alto e della piacevole temperatura estiva. Mentre passeggio, per puro caso mi trovo davanti alla casa più antica di Saint Malo.
La Maison de la Houssaye è comunemente chiamata Maison de la Duchesse Anne: secondo la tradizione ci avrebbe soggiornato Anna di Bretagna. Citata nei racconti della città fin dalla fine del XV secolo, è miracolosamente sopravvissuta ai bombardamenti del 1944 per liberare Saint Malo.
Raggiungo quindi il porto des Sablons, tra ristorantini, bistrot e creperie sul mare, per assorbire anch’io un po’ di quella inconfondibile joie de vivre francese che qui sembra avere la meglio su tutto.
Alla prossima!