Accendi un sogno e lascialo bruciare in te.
William Shakespeare

Il controllo del fuoco da parte dell’uomo risale a circa un milione di anni fa. Il fuoco serviva a cuocere la carne, a tenere lontane le bestie feroci, ma anche a ritrovarsi, a cantare, a restare uniti.
L’energia che sprigiona il fuoco è strettamente legata alla vita.
Nelle varie culture ha sempre avuto un significato simbolico.
E’ un elemento di purificazione, meditazione, illuminazione e consapevolezza.
Io trascorro ore a guardare le fiamme e ad ascoltare lo scoppiettio della legna che arde.
Mi perdo.
Ma questo perdersi è anche un ritrovarsi.
Se poi hai del buon vino, del camembert e della buona musica, è il paradiso.
Il caminetto in queste foto era stato chiuso dai precedenti proprietari, una coppia della Cornovaglia. Gli inglesi – ma anche i francesi -chiudono regolarmente i caminetti, se va bene ci mettono una stufa a legna. Non li capirò mai.
La gioia che si prova a starsene davanti a un caminetto acceso dopo una passeggiata in campagna o al mare, è difficilmente descrivibile. Mentre te ne stai lì, lentamente vieni attraversato dal calore che scioglie la stanchezza e libera la mente. Facendoti viaggiare all’infinito, dentro e fuori di te.
Improvvisamente entri in contatto con la tua parte primordiale, con il nucleo dell’animale che sei. Ma al tempo stesso tocchi la tua vera essenza, la tua anima.
E così la mente smette di pensare, calcolare, programmare, girare in tondo. La fiamma e il calore che essa sprigiona hanno il potere di riattivare quella parte di cervello che nelle nostre vite caotiche e ripetitive non abbiamo mai il tempo di coltivare, toccare, sentire, risettarci.
Abbandoniamoci a noi stessi, ogni tanto. E godiamoci l’amico fuoco.
Alla prossima!