Bellême, mille anni di storia e tradizioni

Bellême ha mille anni di storia e tradizioni. Si trova nel Perche, terra di manieri solitari e abbazie sperdute nella campagna, tra boschi, colline e alberi centenari. Un territorio quasi interamente parco protetto, raffinato concentrato di natura e bellezza.

Mille anni di storia

La storia di Bellême inizia a metà del X secolo quando un nobile normanno, Ivo di Creil (940 circa – 1005), riceve dal sovrano carolingio Luigi IV di Outremer l’ordine di difendere un crocevia di due strade, una proveniente da Chartres, l’altra da Evreux ed entrambi diretti a Le Mans. È sotto il regno di Ivo che viene costruito un castello sulle alture di uno sperone calcareo (situato a poche decine di metri dall’attuale parco di Vigan) e che il villaggio comincia a popolarsi.

Ma a rendere famosa Bellême sono i suoi eredi, che estendono il nome ai confini dell’Orne: il loro territorio si estende per 120 chilometri e arriva fino a Sées e Domfront.

La caduta della dinastia

Totale cambio di rotta nel XII secolo, quando uno dei suoi discendenti, Robert de Bellême, vede le sue terre confiscate dal re di Francia Luigi VI detto il Grosso. Il monarca francese si mette d’accordo con il re d’Inghilterra Henri Beauclerc per donarlo a Rotrou III, conte di Nogent e Mortagne-au-Perche.
È la caduta della dinastia dei Bellême.

Il Perche diventa quindi una contea e “non solo una foresta”, come era chiamata fino ad allora. Grazie alla sua imponente fortezza, la città riesce comunque a mantenere una posizione strategica. Sarà infatti considerata la capitale del Perche fino al XVI secolo, quando cederà il posto a Mortagne.

Tra mercatini, profumi e sale da the’

L’ocra, il rosa e le tinte pastello caratterizzano questa cittadina medievale ricca di sorprese, con le sue facciate multicolore e i numerosi hôtels particuliers del XVII, XVIII e XIX secolo. Paradiso degli amanti dei mercatini dell’usato, d’arte, arredamento e antiquariato, è anche un’irrinunciabile tappa gastronomica, con le sue sale da thè, cioccolaterie e boulangeries.

Le Comptoir du Porche, in rue du Chateau.

Alcune boutique hanno al loro interno dei giardini dove, dopo lo shopping, si può fare una piacevole pausa sorseggiando un thè.

Curiosando in uno dei tanti negozietti dell’usato, ho scovato anche un vecchio disco di Milva!

Il nome di questa bigiotteria, “de bons présages”, è tutto un programma… Qui si trovano pezzi unici realizzati da artigiani del luogo e a tutti i prezzi.

Bellême, lambita da una splendida foresta demaniale di 2.400 ettari, la famosa Foresta di Bellême, è anche il regno dei profumi e dei saponi naturali. Non è facile resistere alla tentazione di entrare in una delle tante boutique del centro storico e acquistare qualche prodotto per la cura del viso o del corpo, tutti provenienti dalla regione e rigorosamente privi di sostanze chimiche.

La Savonnerie de la Chapelle

Anche i vestiti rispettano la regola: ad esempio, nella boutique Les Sabots d’Albe, in Place de la Republique, si trovano capi d’abbigliamento realizzati esclusivamente con materiali naturali: lana, cotone, seta e cachemire. Per chi volesse passare una notte nel cuore del paese, al primo piano c’è anche una chambre dhôtes.

A Bellême sono belli anche i negozi di pompe funebri, non trovate?

L’Eglise Saint-Saveur

La chiesa di Saint-Sauveur risale al XVII secolo ed è l’unico edificio religioso rimasto intatto. Tutti gli altri, tranne la cappella dell’antico castello, sono andati distrutti. Una delle otto cappelle laterali fu decorata da Aristide Boucicaut, del “Bon Marché” di Parigi, nato a Bellême nel 1810 e inventore del commercio moderno.

Aristide Boucicaut

La chiesa, 40 metri di lunghezza e 18 di larghezza, è stata interamente restaurata nel 1881 per iniziativa dell’abate Louis Triboté, parroco di Bellême. La volta, realizzata secondo lo stile normanno percheron, risale al 1650.

Il magnifico tetto a cupola della chiesa di Saint-Saveur
Una delle tre lanterne poste sul tetto della chiesa

A Bellême il tempo si è fermato. Pensate che fin dal Medioevo ogni giovedì vicino alla chiesa di Saint-Sauveur si tiene un mercato. In passato venivano venduti una grande quantità di prodotti agricoli (grano, uova, pollame e tessuti di canapa) come testimoniano i nomi di alcune strade o piazze come rue aux Gélines, Coquetière o place au Blé.

Oggi Bellême è una tranquilla cittadina di provincia di circa 1.600 abitanti, che vive al ritmo del suo mercato e dei fine settimana, dove la popolazione locale e i proprietari di residenze secondarie si riversano per fare la spesa.

Alla prossima!

Alla scoperta dell’Orne

Finalmente sono tornata in Normandia. Questa volta sono andata alla scoperta dell’Orne e più precisamente dei magici Meandres de l’Orne, nella cosiddetta Suisse Normande. Se amate la natura incontaminata dovete assolutamente visitare questo spazio naturale unico nel suo genere.

L’Orne e le sue antiche origini

L’Orne è un fiume di 170 chilometri che parte dalla Svizzera normanna, sfocia nella Manica, e dà il nome a uno dei più belli e poco conosciuti dipartimenti della Normandia. Il suo percorso sinuoso attraversa valli, pianure e gole formando una serie di curve. Il nome “Orne” ha origini antichissime: viene dal gallico “Olina” che significa “gomito”, proveniente dall’antico irlandese “uilen” e dal gallese, bretone e dall’antica lingua cornica “elin“, che risalgono al celtico.

Un patrimonio protetto

Les Méandres de l’Orne è un patrimonio naturale, artistico e geologico protetto, gestito dal Conseil Départemental de l’Orne. Passeggiando lungo il fiume si passa dai pendii ricoperti da boschi ricoperti da tappeti di felci, giacinti e narcisi, alle vaste pianure alluvionali dove sono presenti piante rare e protette.

Il Castello di Mesnil Glaise

Ma c’è anche tanta storia, come quella racchiusa nel Castello di Mesnil Glaise. Costruito nel XIX secolo in stile neorinascimentali sugli antichi resti di una fortezza del XII secolo, ha un fascino speciale anche grazie alle sue torri medievali, che si affacciano sulla valle dell’Orne.

Il castello fu costruito su delle anse del fiume, che lo circonda da entrambi i lati. Una posizione difensiva ideale per erigervi un castello fortificato.

La Carrière de la Courbe

Le sorprese non finiscono qui. Durante il percorso si incontra la Carrière de la Courbe, un’antichissima miniera di cornubianite, una pietra molto resistente che ha costretto il fiume Orne a modificare il suo corso formando curve spettacolari.

Sarò per sempre grata agli amici che mi hanno fatto scoprire questo tesoro normanno. Qualcosa di molto speciale, unico, entrato a pieno titolo tra i miei luoghi preferiti di questa sorprendente terra.

Alla prossima!

Cavalla aiuta il sindaco a trovare un medico

In Normandia la fantasia non manca. Il protagonista di questa storia, vera, è un cavallo. Anzi, una cavalla chiamata ad aiutare un sindaco a trovare un medico.

Grâce è una bella giumenta nata nel 2016. Il proprietario è Guillaume Julien, sindaco di Saint-Denis sur Sarthon e allevatore di cavalli.  Prima e dopo ognuna delle sue gare, Grâce indossa una coperta. Il motivo? Far sapere alla gente che la sua città natale sta cercando un medico generalista per un nuovo centro.

Una struttura di cui il villaggio (ma anche tutta l’area di Alençon) ha molto bisogno. Sarà pronto a dicembre 2020, grazie a un investimento di un milione e mezzo di euro. Vi lavoreranno un sofrologo, un osteopata, due infermieri e due generalisti.

Il problema è che il medico non si trova. La ricerca sta andando avanti da mesi, ma finora nessuno ha accettato di trasferirsi in questo piccolo comune di 110 abitanti. Non potendosi permettere una campagna pubblicità, il sindaco ha quindi deciso di coinvolgere il mondo equino.

D’altronde l’Orne è terra di cavalli: chissà se la bella Grâce riuscirà nella difficile missione.

Alla prossima!

A 24 ore dalla rentrée, ho già nostalgia della mia Normandia

Lo so, non mi dovrei lamentare. Vivo a Roma, una delle città più belle del mondo. Ma a 24 ore dal mio rientro dalla Normandia già mi manca tutto di quella terra.

Il silenzio, il vento tra i rami dei pioppi che costeggiano il fiume Orne, la luce che cambia continuamente, il passaggio delle nuvole nel cielo, gli amici che ho lasciato…

E poi la mia piccola casa, dal sapore antico, le travi di legno, il caminetto, la vista del sole al mattino e della luna prima di andare a dormire, il saluto delle tortorelle che si rincorrono sui tetti, i croissant e il caffè fumante, gli aperitivi nel giardino dei miei vicini, le serate a base di canard e vino rosso, le passeggiate nei boschi.

Difficile non sentire la mancanza dei ritmi placidi di quel piccolo villaggio dove tutti ti sorridono quando li incroci per strada, chiedendoti come stai.

Sì, lo so, Roma è Roma. Ma se non stai attento ti risucchia le energie. Ti fa stare in apnea. La Normandia invece ti trasmette la sua forza, con gentilezza e rispetto. La natura ti sommerge e risveglia energie che credevi sopite. Regalandoti costantemente delle sorprese.

Cara, dolce, selvaggia Normandia. Tornerò presto. Promesso.

Alla prossima!