Dai merletti di Alençon al Carnevale di Granville: le sette meraviglie normanne riconosciute dall’Unesco (2° parte)

In questo secondo post dedicato ai sette gioielli normanni riconosciuti “Patrimonio mondiale dell’Umanità”, voglio parlare subito di un pezzo d’arte unico al mondo.

L’ARAZZO DI BAYEUX

Inserita nel registro dell’Unesco nel 2007 e perfettamente conservata, è considerata una delle opere di artigianato più importanti del Medioevo.

Lungo quasi 70 metri e alto 50 centimetri, è un ricamo in lana realizzato su una tela di lino grezzo. Risale all‘XI secolo e racconta la conquista dell’Inghilterra nel 1066 da parte del duca di Normandia Guglielmo il Conquistatore. E’ composto da 58 scene di cui 25 si svolgono in Francia e 33 in Inghilterra. Dieci scene sono dedicate alla battaglia di Hastings.

Salvata varie volte nel corso della storia, la cosiddetta “Tela della conquista” pare sia stata realizzata in Normandia dalla Regina Matilde, moglie di Guglielmo, con le sue dame di compagnia. Secondo un’altra tesi, basata su un’analisi scientifica effettuata nel XX secolo, la tela sarebbe stata invece commissionata dal fratellastro di Guglielmo, il vescovo Oddone (Odo) e confezionata in Inghilterra.

Qualunque sia stata l’origine, il risultato è straordinario: dieci colori di filo per rappresentare 626 personaggi, 37 edifici tra cui il Mont-Saint-Michel, 41 navi e 200 cavalli e muli che compongono le scene.
Nel video qui sopra potete ammirare la versione animata di questo capolavoro custodito nel Museo dell’ Arazzo di Bayeux.

MONT SAINT-MICHEL

Iscritto nella lista del patrimonio mondiale dal 1979, Mont Saint-Michel è uno dei luoghi più affascinanti del mondo.

Carico di storia e leggende, ogni anno attrae oltre 3 milioni di visitatori.
La storia prende in via nel XIII secolo, quando l’Arcangelo Michele appare tre volte in sogno al vescovo d’Avranches, Aubert, ordinandogli di costruire una chiesa a suo nome su questo isolotto roccioso a 92 metri sul livello del mare. Le prime due volte il vescovo ignora le richieste. Ma poi l’arcangelo, infuriato, gli perfora il cranio con un dito (la reliquia del teschio del vescovo è conservata nella Basilica di Saint-Gervais ad Avranches). A quel punto Aubert decide di soddisfare la richiesta.
La chiesa verrà consacrata il 16 ottobre del 709 d.C..

Nel 966 d.C. una comunità di Benedettini si stabilisce sull’isolotto, costruendoci una chiesa pre-romanica. A partire dall’XI secolo viene fondata l’abbazia romanica e nel XIII secolo parte la realizzazione della parte gotica, con due edifici di tre piani, un chiostro e un refettorio. Nel frattempo accanto comincia a svilupparsi un piccolo villaggio.

Durante la guerra dei Cent’anni (XIV secolo), per proteggerla dagli attacchi militari, vengono costruite delle fortificazioni. A partire dal XV secolo diventa uno dei maggiori luoghi di pellegrinaggio d’Europa.

Con la Rivoluzione Francese l’Abbazia viene trasformata in una prigione, poi chiusa nel 1863. Solo nel 1966, in occasione dei mille anni dalla sua fondazione, alcuni religiosi vi si stabiliscono nuovamente.

E ho vagato sorpreso come se avessi scoperto la casa di Dio attraverso queste sale trasportate da colonne luminose o pesanti , attraverso questi corridoi perforati fino ad oggi, alzando gli occhi meravigliati di questi pinnacoli che sembrano razzi parti del cielo e tutto questo incredibile groviglio torrette, doccioni, e ornamenti affascinanti, fuochi d’artificio di pietre, pizzo di granito, un capolavoro di architettura colossale e delicata.

da La leggenda di Mont Saint-Michel, Guy de Maupassant, 1882

Fin qui l’abbazia. Ma non è minimamente immaginabile non considerare la baia, tantomeno non godere di uno spettacolo che solo Mont Saint-Michel può offrire: le maree. Un fenomeno che in questo angolo della Francia ha un carattere speciale. Qui infatti le acque arrivano a un dislivello di circa 14 metri, grazie anche alla particolare conformazione di questa piana composta da sabbie sedimentose.

Se volete già segnarvele, ecco le prossime date delle grandi maree nel 2021, quando il Mont Saint-Michel tornerà ad essere un’isola:

  • 1, 2, 28, 29, 29, 30 e 31 marzo
  • 1, 27, 28, 29 e 30 aprile
  • dal 26 al 28 maggio
  • dal 7 al 9 ottobre
  • dal 5 al 7 novembre

Mi raccomando però: vista la conformazione sabbiosa, è consigliato attraversare la baia accompagnati da una guida esperta, cliccate qui.

…. CONTINUA….

Vi aspetto per il terzo e ultimo post sui 7 gioielli normanni patrimonio dell’umanità.

A presto!

P.S. Se non lo avete ancora letto, vi consiglio anche un altro mio post su Mont Saint-Michel, eccolo.

Dai merletti di Alençon al Carnevale di Granville: le sette meraviglie normanne riconosciute dall’Unesco

I preziosi merletti di Alençon e il Carnevale di Granville: sono solo due dei sette gioielli normanni considerati dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità. Nel 2003 è stata firmata una convenzione per salvaguardare il patrimonio culturale immateriale. Come dire: l’eccezionalità a livello globale non riguarda solo luoghi culturali e naturali, ma anche le tradizioni orali, le arti e lo spettacolo, le conoscenze, le competenze.

I MERLETTI DI ALENCON

Il punto Alençon è una rara tecnica di produzione del merletto ad ago che risale al XVII secolo. Deve la sua unicità alla maestria richiesta e al tempo necessario per produrla (sette ore per centimetro quadrato).

Realizzato esclusivamente a mano, il merletto a punto Alençon è composto da minuscoli elementi il ​​cui intreccio è davvero molto complesso.

Il know-how si basa esclusivamente sulla trasmissione orale e sull’insegnamento pratico. Pensate: per imparare la tecnica occorre una formazione che va dai 7 ai 10 anni !

Oggi sono solo sei i merlettai confermati, i quali insieme a quattro apprendisti conservano e trasmettono quest’arte all’interno dell’Atelier national du point d’Alençon.

Se vuoi sapere di più su Alençon, che sicuramente vale la pena visitare, leggi anche questo post.

IL CARNEVALE DI GRANVILLE

Il Carnevale di Granville è una tradizione che risale a più di 100 anni fa.

Granville è una bellissima cittadina della Bassa Normandia fondata dagli inglesi nel XV secolo per sorvegliare e difendere Mont Saint Michel. Porto d’attracco per le isole Chausey, Granville è nota per la Giornata dei Folli, che si celebra per ricordare la partenza dei marinai per la pesca sui bassifondi di Terranova.

Il Carnevale di Granville, uno dei più belli e originali d’Europa, attira ogni anno 150 mila persone. Quest’anno – Covid permettendo – andrà in scena dal 21 al 25 febbraio.

Si parte con la consegna delle chiavi della città al Re del Carnevale, e con una sfilata di circa 40 carri allegorici, abitati da personaggi politici e celebrità. I carri vengono realizzati nei sei mesi precedenti dai circa 3.500 Carnavaliers, composti da comitati di abitanti riuniti da quartieri, amici, colleghi, famiglie.

Ovviamente non mancano musica e balli popolari, mentre nella piazza del municipio si svolge una battaglia di coriandoli. La lunga festa si chiude il martedì con la NOTTE DEGLI INTRIGHI: gli abitanti di Granville, camuffati per non essere riconosciuti, si spostano in bar, ristoranti o famiglie ospitanti per incontrare determinate persone, raccontando barzellette e dicerie. Un modo originale per regolare conti in sospeso esprimendo in pubblico, nella totale impunità, i risentimenti accumulati durante l’anno nei confronti di un conoscente o di una personalità della vita pubblica di Granville.

LE FORTIFICAZIONI DI VAUBAN

Sono 12 gruppi di edifici fortificati lungo le frontiere occidentale, settentrionale e orientale della Francia, progettate da Sébastien Le Prestre de Vauban e aggiunte nel 2008 alla lista dei Patrimoni dell’Umanità UNESCO.

Il lavoro di Vauban costituisce un importante contributo all’architettura militare universale e testimonia l’evoluzione della fortificazione europea nel XII secolo, oltre ad aver prodotto modelli utilizzati in tutto il mondo fino alla metà del XIX secolo.

Dopo la battaglia di Barfleur-la-Hougue nel giugno 1692, che vide la sconfitta di Luigi XIV contro la flotta anglo-olandese, Vauban chiese la costruzione di due torri che avrebbero protetto l’ancoraggio delle barche nel porto di Saint-Vaast, già naturalmente protetto dall’isola di Tatihou.

Queste torri sono caratterizzate dalle loro molteplici funzioni, osservazione, ripresa in mare e comunicazione tramite segnali, e sono un ottimo esempio del genio militare di Vauban. Saranno infatti integrate nei complessi fortificati dispiegati sulla costa del Cotentin fino alla Seconda guerra mondiale.

…. CONTINUA….