Sulle tracce dell’antica Roma

La Suisse Normande è chiamata così fin dal XIX secolo per il suo rilievo aspro e verdeggiante, con gole scolpite dall’Orne e dai suoi affluenti per l’erosione del Massiccio armoricano. Un paesaggio forgiato dal tempo e dai corsi d’acqua, dove si possono ancora trovare tracce dell’antica Roma.

La Suisse Normande, regione a cavallo tra il Calvados e l’Orne, è ricca di villaggi tipici – da Athis de l’Orne a Saint-Philbert-sur-Orne, Pont-d’Ouilly e Clécy – e di sentieri pieni di fascino, come la “Voie Romaine” di Putanges-Pont-Ecrepin.

La strada romana

La Suisse Normande è una delle destinazioni preferite dagli amanti delle passeggiate nella natura: ce n’è per tutti i gusti! Una di queste è il Chemin de la Voie Romaine. Questo piccolo sentiero situato ai bordi del villaggio di Putanges-Pont-Ecrepin è lastricato da grosse pietre che venivano usate dagli antichi romani per trasportare le merci. Certo, non ha nulla a che vedere con la maestosità dell’Appia Antica, ma in quanto romana confesso di essermi un po’ emozionata a camminare su quelle pietre cariche di storia.

Natura incontaminata

Passo dopo passo, ci si immerge in una natura incontaminata e in un benefico silenzio interrotto solo dal cinguettio degli uccelli e dal rumore del vento che soffia su questo paesaggio selvaggio ma rassicurante. E si possono fare anche molti incontri piacevoli…

Che ne pensate? È solo un piccolo assaggio di quello che potete trovare nella Suisse Normande. Spero che le foto e i video di questo post vi abbiano fatto venire voglia di visitarla!

Alla prossima!

Finalmente la Normandia!

E finalmente sono tornata nella mia Normandia! Ritrovarmi qui per la prima volta dopo il lockdown è stato un po’ strano. Ed emozionante. Come sempre.

Sono passati sei mesi dalla mia ultima trasferta normanna, colpa del maledetto Covid 19 che mi ha impedito di rivedere la mia seconda patria. Ma ora sono qui. Felice di ritrovare paesaggi, amici, profumi e sapori di una terra davvero speciale.

Ma cominciamo dall’inizio. Il viaggio è andato tutto sommato bene, anche se non mi aspettavo di trovarmi seduta accanto a due ragazze francesi, senza distanziamento sociale. Per fortuna avevano le mascherine (che da domani qui in Francia diventeranno obbligatorie in tutti i luoghi chiusi, chi non rispetta questa disposizione decisa da Macron verrà sanzionato con una multa di 135 euro).

Quella qui sopra è una foto che ho scattato a Parigi di fronte alla Gare Montparnasse Vaugirard, da cui partono tutti i treni per la Normandia. Prima di entrare in stazione, vedi in lontananza la Tour Eiffel in tutta la sua bellezza e sontuosità. Un simbolo della Francia che il giorno dopo si è trovato immerso in un mare di fuochi d’artificio per la festa della Bastiglia. Nonostante la pandemia, la Francia non ha rinunciato a festeggiare il 14 luglio.

La prima cosa che ho fatto appena arrivata, è stato affacciarmi alla finestra per salutare l’Orne, che scorre proprio sotto casa mia. L’Orne è il secondo fiume più lungo della Francia dopo la Senna: 170 km! Ogni tanto prendo la mia canoa e faccio delle lunghe balades, che mi rimettono al mondo.

La prima uscita che ho deciso di fare è stata ad Athis de l’Orne. Un villaggio delizioso che visitai la prima volta che sbarcai in Normandia in cerca del mio buen-retiro. A differenza di allora (era pieno inverno) stavolta c’era un sole caldo che mi ha permesso di sedermi in una brasserie sulla piazza principale dominata dall’Eglise Saint Vigor, monumento storico costruito in stile neo-romanico a metà dell’Ottocento. E invece del solito caffè, ho optato per una bella birretta gelata.

Athis de l’Orne

Tornando, mi sono imbattuta nei paesaggi tipici di questa parte della Normandia. Prati e colline in cui perdersi, verde a perdita d’occhio, profumo di erba e fiori, mucche paciose che vivono e brucano tranquillamente come se intorno a loro non ci fosse nulla e nessuno.

Passeggiando accanto alle mie “amiche”, ho scoperto La Baize, un affluente dell’Orne che nasce ad Habloville e che attraversa la meravigliosa Suisse Normande. Osservarlo nel silenzio della campagna accarezzata dai raggi del sole, equivale a un mese di meditazione.

A Roma durante il lockdown la mia pigrizia ha superato ogni limite facendomi prendere qualche chilo di troppo. Così quando la mia (super) amica Stéphanie mi ha proposto di accompagnarla al suo allenamento settimanale, ho accettato con entusiasmo. Nella mia vita mi sarò iscritta in una decina di centri fitness, frequentandoli al massimo 3 mesi. Non avevo mai varcato la soglia di una palestra francese (normanna in particolare) e devo dire che mi ha fatto una bella impressione. Molto pulita, poca gente, tutti giovani (tranne me), non grandissima ma spaziosa, ampia scelta di attrezzi.

Purtroppo anche qui il Covid ha modificato le regole: bisognava disinfettare le macchine prima e dopo l’uso, e dei nastri adesivi sul pavimento indicavano il percorso da seguire per evitare di incrociarsi. A parte questo il mio allenamento si è svolto senza particolari intoppi.

Ovviamente dopo mi è venuta una fame boia. Da queste parti i piaceri della tavola sono un vero “must”. E così per merenda mi sono concessa del gelato di fragole e pesca home-made della mia amica Claire, che mi ha anche regalato delle bellissime rose del suo giardino.

Questa invece è una ratatouille improvvisata e assolutamente deliziosa, innaffiata da un vino rosé, offertami il giorno dopo da un altro caro amico (e raffinato artista), Laurent.

Insomma, questi primi giorni normanni sono riusciti a compensare mesi di attesa e nostalgia.

A’ la prochaine!

Fotografia e punti di vista

Photographier c’est mettre sur la même ligne de mire la tête, l’oeil et le coeur”.

– Henry Cartier-Bresson

Avere un punto di vista. Non sempre è facile averne uno. Alcuni lo cambiano spesso. Molti purtroppo non lo cambiano mai.

Queste foto mostrano tre punti di vista differenti. La prima ha come protagonista una delle mie principali ragioni di vita: il caffè. Non sto scherzando. I caffeinomani sanno di cosa parlo.

Qui ero ad Argentan, circa un mese fa. C’era un sole meraviglioso e non ho potuto resistere: ho preso la mia “bagnole” e sono arrivata in questo bistrot per un bel caffettino. Subito dopo ho fatto un giretto per le strade di questa antica cittadina nel centro della Normandia (dove ogni sabato mattina c’è un mercato fantastico).

La Maison de Monet – Giverny

Questa foto l’ho scattata nella cucina della casa di Claude Monet a Giverny. La scorsa estate ho passato un weekend con mia figlia in questo luogo storico e magico dove è nato l’impressionismo. Nonostante lo sciame di turisti, la bellezza di questa casa e del suo immenso e curatissimo giardino resta intatta. Quella bambina mi ha ipnotizzata, mi sono chiesta cosa pensasse in quel momento, che ho istintivamente congelato in uno scatto.

Le manoir du Ribardon – Neuvy au Houlme

Terzo ed ultimo punto di vista. Quelli in primo piano sono i miei piedi. Le scale mi hanno sempre affascinata, ma a quelle a chiocciola non riesco proprio a resistere. Impossibile quindi non fotografare questa bella scala s chiocciola che porta alle suite del Manoir du Ribardon, a Neuvy au Houlme, nella splendida Suisse normande. Un luogo che appartiene ai miei amici Philippe e David, dove la calma, la luce e la natura dominano indisturbati. Se passate di lì vi consiglio di farci un salto, anche solo per sorseggiare un thè o una cioccolata calda!

Alla prossima!