Finalmente sono tornata in Normandia. Questa volta sono andata alla scoperta dell’Orne e più precisamente dei magici Meandres de l’Orne, nella cosiddetta Suisse Normande. Se amate la natura incontaminata dovete assolutamente visitare questo spazio naturale unico nel suo genere.
L’Orne e le sue antiche origini
L’Orne è un fiume di 170 chilometri che parte dalla Svizzera normanna, sfocia nella Manica, e dà il nome a uno dei più belli e poco conosciuti dipartimenti della Normandia. Il suo percorso sinuoso attraversa valli, pianure e gole formando una serie di curve. Il nome “Orne” ha origini antichissime: viene dal gallico “Olina” che significa “gomito”, proveniente dall’antico irlandese “uilen” e dal gallese, bretone e dall’antica lingua cornica “elin“, che risalgono al celtico.
Un patrimonio protetto
Les Méandres de l’Orne è un patrimonio naturale, artistico e geologico protetto, gestito dal Conseil Départemental de l’Orne. Passeggiando lungo il fiume si passa dai pendii ricoperti da boschi ricoperti da tappeti di felci, giacinti e narcisi, alle vaste pianure alluvionali dove sono presenti piante rare e protette.
Il Castello di Mesnil Glaise
Ma c’è anche tanta storia, come quella racchiusa nel Castello di Mesnil Glaise. Costruito nel XIX secolo in stile neorinascimentali sugli antichi resti di una fortezza del XII secolo, ha un fascino speciale anche grazie alle sue torri medievali, che si affacciano sulla valle dell’Orne.
Il castello fu costruito su delle anse del fiume, che lo circonda da entrambi i lati. Una posizione difensiva ideale per erigervi un castello fortificato.
La Carrière de la Courbe
Le sorprese non finiscono qui. Durante il percorso si incontra la Carrière de la Courbe, un’antichissima miniera di cornubianite, una pietra molto resistente che ha costretto il fiume Orne a modificare il suo corso formando curve spettacolari.
Sarò per sempre grata agli amici che mi hanno fatto scoprire questo tesoro normanno. Qualcosa di molto speciale, unico, entrato a pieno titolo tra i miei luoghi preferiti di questa sorprendente terra.
Ognuno ha, più o meno, il suo D Day. Il mio è il 17 febbraio 2015. Quel giorno ho preso una decisione importante, forse un po’ folle: acquistare una casa in Normandia.
UN SALTO NEL VUOTO
Quella mattina di febbraio la mia città, Roma, stava vivendo una delle giornate più fredde dell’anno. Niente in confronto a quello che avrei trovato poche ore dopo. Appena sbarcata all’aeroporto di Beauvais affittai una macchina, direzione NORMANDIA. Un luogo a me totalmente sconosciuto, eppure proprio lì stavo per comprare una casa. Una follia… C’ero stata la prima volta tre mesi prima, durante un week end dedicato alla ricerca del mio “buen retiro“. Sì, conoscevo e amavo la lingua, così come la cultura, la letteratura e la musica francesi, ma bastava questo a decidere addirittura di comprare una casa? Non conoscevo nessuno, non sapevo nulla della fredda e umida patria di Flaubert e Guglielmo il Conquistatore, culla dell’Impressionismo, teatro dello sbarco che cambiò le sorti del mondo occidentale e delle più grandi maree dell’Europa continentale. Eppure, qualcosa mi diceva che quella era la mia destinazione.
COUP DE COEUR
Durante il tour immobiliare Stéphanie, mia interlocutrice (e ormai mia amica del cuore) mi aveva portata a vedere una dozzina di case. Tra queste ce n’era una che avevo adocchiato tempo addietro su Internet, una casetta sul fiume in un villaggio di mille anime immerso nella cosiddetta Svizzera Normanna. Finito il week end rientrai a Roma. Ma la mia ricerca non era finita. A dicembre decisi di esplorare anche la Bretagna. Giunta a Nantes (città meravigliosa) in aereo, affittai una macchina e per una settimana setacciai l’anima celtica della Francia alla ricerca della mia futura tana. Fui sedotta da un piccolo pied-à-terre nel centro della regione. Feci anche una proposta, che venne accettata. Ma per la piccola casa sul fiume normanno avevo avuto un vero e proprio coup de coeur. Tornata a Roma, richiamai l’agenzia immobiliare per sapere se fosse ancora sul mercato. Stéphanie mi disse che doveva chiedere ai proprietari, una coppia della Cornovaglia. Mi richiamò mentre stavo entrando nella mia classe di yoga. Pioveva. Sììììì!!!!! Era ancora in vendita! La pioggia mi aveva portato fortuna. Qualche giorno dopo feci la mia proposta agli inglesi, che rilanciarono. Tenni duro. Passai i due giorni successivi incollata al pc incrociando le dita. Alla fine, la risposta: AVEVANO ACCETTATO!
Stéphanie durante il nostro tour immobiliare
MA COSA STO FACENDO?
Torniamo a quel fatidico giorno di sei anni fa. Una volta al volante, mi resi subito conto di ciò che mi aspettava: un’odissea. La strada era ghiacciata, non si vedeva a un metro di distanza e il vento forte creava problemi alle automobili e ai camion bloccati in lunghe file. Che ansia! Ma chi me l’ha fatto fare… come m’è venuto in mente di comprare una casa qui…. Ci manca solo che faccio un incidente, pensai. Fui così costretta a tornare indietro: rientrai a Beauvais e presi un bus per Parigi. Una volta arrivata nella Ville Lumière cercai di capire come raggiungere la Normandia in modo sicuro e senza stress. Il treno era la soluzione migliore. Aiutandomi con il cellulare e le informazioni chieste qua e là, scoprii che dovevo prendere un treno da gare Montparnasse, linea Paris-Granville. Due ore e mezzo di immersione nella campagna. Ancora non sapevo che quel viaggio lo avrei fatto molte altre volte.
LA NORMANDIA TE LA DEVI GUADAGNARE
Arrivai all’appuntamento con Stéphanie con quattro ore di ritardo. Ero stanca, infreddolita. Continuavo a dirmi che forse era tutta una follia. “La Normandia è bellissima ma non è per tutti, bisogna guadagnarsela”, mi disse. Me ne ero accorta!!!! Cenammo insieme in un ristorante-grill con patatine fritte e hamburger (di carne bovina normanna, sia chiaro!). Poi mi accompagnò al b&b che avevo prenotato da Roma, dove sprofondai in un sonno profondo. La mattina dopo avrei firmato il compromesso. Avrei fatto, in piccolo, come Simone de Beauvoir, che da Parigi si trasferì a Rouen per insegnare in un liceo. O Marguerite Duras, che scelse Trouville per scrivere i suoi romanzi.
La colazione nel b&b di Shirley con marmellate homemadeLa vista dalla camera da letto
Il mio punto di riferimento
Da quel 17 febbraio 2015 nella mia vita sono successe molte cose, positive e negative. Ma quel paesello sperduto del nord della Francia trovato per puro caso sul web è diventato il mio punto di riferimento. Sarà per la bellezza semplice e luminosa che quei luoghi ogni volta sanno regalarmi, per l’immenso patrimonio storico e artistico che custodisce, o per le persone meravigliose che ho incontrato.
E voi ci siete mai stati? Se volete scoprire questa regione e il punto di vista di una romana dall’animo normanno, non vi resta che seguire il blog.