Finalmente la Normandia!

E finalmente sono tornata nella mia Normandia! Ritrovarmi qui per la prima volta dopo il lockdown è stato un po’ strano. Ed emozionante. Come sempre.

Sono passati sei mesi dalla mia ultima trasferta normanna, colpa del maledetto Covid 19 che mi ha impedito di rivedere la mia seconda patria. Ma ora sono qui. Felice di ritrovare paesaggi, amici, profumi e sapori di una terra davvero speciale.

Ma cominciamo dall’inizio. Il viaggio è andato tutto sommato bene, anche se non mi aspettavo di trovarmi seduta accanto a due ragazze francesi, senza distanziamento sociale. Per fortuna avevano le mascherine (che da domani qui in Francia diventeranno obbligatorie in tutti i luoghi chiusi, chi non rispetta questa disposizione decisa da Macron verrà sanzionato con una multa di 135 euro).

Quella qui sopra è una foto che ho scattato a Parigi di fronte alla Gare Montparnasse Vaugirard, da cui partono tutti i treni per la Normandia. Prima di entrare in stazione, vedi in lontananza la Tour Eiffel in tutta la sua bellezza e sontuosità. Un simbolo della Francia che il giorno dopo si è trovato immerso in un mare di fuochi d’artificio per la festa della Bastiglia. Nonostante la pandemia, la Francia non ha rinunciato a festeggiare il 14 luglio.

La prima cosa che ho fatto appena arrivata, è stato affacciarmi alla finestra per salutare l’Orne, che scorre proprio sotto casa mia. L’Orne è il secondo fiume più lungo della Francia dopo la Senna: 170 km! Ogni tanto prendo la mia canoa e faccio delle lunghe balades, che mi rimettono al mondo.

La prima uscita che ho deciso di fare è stata ad Athis de l’Orne. Un villaggio delizioso che visitai la prima volta che sbarcai in Normandia in cerca del mio buen-retiro. A differenza di allora (era pieno inverno) stavolta c’era un sole caldo che mi ha permesso di sedermi in una brasserie sulla piazza principale dominata dall’Eglise Saint Vigor, monumento storico costruito in stile neo-romanico a metà dell’Ottocento. E invece del solito caffè, ho optato per una bella birretta gelata.

Athis de l’Orne

Tornando, mi sono imbattuta nei paesaggi tipici di questa parte della Normandia. Prati e colline in cui perdersi, verde a perdita d’occhio, profumo di erba e fiori, mucche paciose che vivono e brucano tranquillamente come se intorno a loro non ci fosse nulla e nessuno.

Passeggiando accanto alle mie “amiche”, ho scoperto La Baize, un affluente dell’Orne che nasce ad Habloville e che attraversa la meravigliosa Suisse Normande. Osservarlo nel silenzio della campagna accarezzata dai raggi del sole, equivale a un mese di meditazione.

A Roma durante il lockdown la mia pigrizia ha superato ogni limite facendomi prendere qualche chilo di troppo. Così quando la mia (super) amica Stéphanie mi ha proposto di accompagnarla al suo allenamento settimanale, ho accettato con entusiasmo. Nella mia vita mi sarò iscritta in una decina di centri fitness, frequentandoli al massimo 3 mesi. Non avevo mai varcato la soglia di una palestra francese (normanna in particolare) e devo dire che mi ha fatto una bella impressione. Molto pulita, poca gente, tutti giovani (tranne me), non grandissima ma spaziosa, ampia scelta di attrezzi.

Purtroppo anche qui il Covid ha modificato le regole: bisognava disinfettare le macchine prima e dopo l’uso, e dei nastri adesivi sul pavimento indicavano il percorso da seguire per evitare di incrociarsi. A parte questo il mio allenamento si è svolto senza particolari intoppi.

Ovviamente dopo mi è venuta una fame boia. Da queste parti i piaceri della tavola sono un vero “must”. E così per merenda mi sono concessa del gelato di fragole e pesca home-made della mia amica Claire, che mi ha anche regalato delle bellissime rose del suo giardino.

Questa invece è una ratatouille improvvisata e assolutamente deliziosa, innaffiata da un vino rosé, offertami il giorno dopo da un altro caro amico (e raffinato artista), Laurent.

Insomma, questi primi giorni normanni sono riusciti a compensare mesi di attesa e nostalgia.

A’ la prochaine!