Il fiume è dentro di noi, il mare tutto intorno a noi.
T. S. Eliot
La Normandia, come tutta la Francia, è sotto lockdown. I miei amici sono stati costretti a richiudersi ancora una volta nelle loro case, a rinunciare ai pranzi della domenica, all’aperitivo, alle passeggiate nei boschi, ai tanti meravigliosi mercatini sparsi sul territorio. A viversi e a godersi la compagnia di amici e parenti, e alle tante bellezze di questa terra che è nel mio cuore. Possono allontanarsi da casa al massimo per un’ora e non oltre un chilometro.
La foto che vedete sopra l’ha scattata la mia amica Claudia una mattina di agosto di quattro anni fa. Il fiume che attraversa il “mio” villaggio è una presenza molto importante: ti saluta la mattina quando vai a comprare la baguette e i croissant, quando vai al lavoro, a scuola, o a fare una commissione. Ti fa compagnia ogni sera quando, rientrando a casa, il cielo diventa di un blu speciale, unico, brillante, vivido. Come se dietro qualcuno avesse acceso un enorme faro. Un blu punteggiato dal giallo dei lampioni che abitano la piazza principale e il ponte.
La prima volta che, camminando vicino al fiume, ho visto due bambini pescare, mi è sembrato di essere sul set di un vecchio film. Jules e Martin, figli di Fabrice e Aurélie, miei vicini di casa, fanno parte del piccolo esercito di assidui pescatori del villaggio. D’inverno, d’estate, al sole o sotto un cielo plumbeo, non importa. Restano lì per ore, in calzoncini o in tuta da ginnastica, aspettando con pazienza che il pesce abbocchi, per poi liberarlo dall’amo e ributtarlo in acqua (questa è la regola).
Un’altra immagine stampata nella mia mente è il passaggio di un calesse trainato da due cavalli sul ponte del villaggio…. Dov’è Madame Bovary?, mi chiesi quando lo vidi per la prima volta.
Nel suo romanzo-capolavoro, Gustave Flaubert la descrive così:
“Secondo lei, taluni luoghi sulla terra possedevano la peculiarità di produrre la felicità, quasi essa fosse stata una pianta alla quale è necessario un particolare terreno, una pianta che cresce male in qualunque altro luogo.”
Beh, da questo punto di vista posso serenamente dire
Madame Bovary c’est moi!
E voi, a quale personaggio letterario vi sentite più vicini?
Grazie per avermi dedicato qualche minuto e alla prossima!
Un pensiero riguardo “Madame Bovary c’est moi!”