
Da Roma leggo spesso le notizie che riguardano la Normandia (dove sto per tornare, finalmente). Un modo per sentirmi più vicina alla mia terra d’elezione. E così qualche giorno fa sul sito di FranceInfo ne ho trovata una che mi ha ipnotizzata: a Sainte-Mère-Église, nel Dipartimento della Manica, stanno costruendo una “sala del silenzio”.
E così ho scoperto che in questo piccolo borgo, diventato famoso per un episodio legato alla Seconda guerra mondiale e ripreso nel film “Il giorno più lungo” (durante lo sbarco il soldato John Steele restò impigliato con il paracadute al campanile della chiesa), è appena arrivata una struttura in legno del tutto inedita e molto complessa, che diventerà “simbolo della pace” ma anche un invito alla meditazione. A realizzare questa “capsula” di 8,5 tonnellate, che consentirà un’immersione totale fuori dal tempo e dallo spazio, sono stati una giovane architetta, Johanna Schmidt, il suo socio Amirhossein Shirvani e il falegname Alexandre Ratel con la sua equipe. La forma arrotondata e avvolgente è stata scelta per dare un senso di sicurezza, rassicurazione e riflessione. Un luogo perfetto per meditare.
L’idea è nata dalla diocesi, che cinque anni fa ha deciso di trasformare il fienile adiacente alla chiesa Notre-Dame de la Paix in una “casa della pace”. La capsula pochi giorni fa è stata calata con una gru all’interno del fienile, sotto gli occhi ammirati della cittadinanza e delle maestranze coinvolte in questo progetto davvero particolare che vedrà la luce nel 2022.
Un progetto che trasformerà questo piccolo villaggio da simbolo del D-Day a simbolo della pace.
In questo tempo così complicato, incerto, pieno di morte e violenza, credo che di spazi dedicati all’introspezione, alla meditazione e alla quiete dell’anima, ne dovrebbero nascere ovunque.
Alla prossima!